
Leggo sulla mia bacheca facebook il parere di un amico, che, dopo l’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili, scrive così: «A questo punto, per una coppia di credenti cristiani sposati in Chiesa con Matrimonio Concordatario (quindi valevole anche ai fini Civili), e a cui sta a cuore in primis il proprio vincolo coniugale davanti a Dio, “conviene” da oggi divorziare civilmente. Perché così facendo, e pur rimanendo a vivere insieme nell’amore e nella fedeltà, potrebbero ottenere benefici e assegni per i figli a carico e non dover più fare i conti con cumulo dei redditi famigliari, quoziente Isee, o estenuanti graduatorie per alloggi. Il paradosso quindi é proprio questo: “conviene” infatti a questo punto smembrare anche “fiscalmente” la famiglia per allinearsi allo smembramento (in)”civile” in corso, che i più chiamano progresso. E ottenerne così immediati vantaggi tra le mura di casa…». Continua a leggere
matrimonio
Il sogno di Dio
VENTISETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
La parola di Dio in questa domenica avrebbe bisogno di un ascolto profondo e di una riflessione prolungata. Ma so che i minuti dell’omelia sono contati e, allora, mi limito a comunicare quella che considero la rivelazione essenziale che questa Parola ci fa: noi siamo il progetto di Dio, o – se volete, con un linguaggio più poetico – noi siamo il sogno di Dio, il suo desiderio realizzato. Continua a leggere
La paglia e il fuoco
VENTIQUATTRESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
I sondaggi su Gesù sbagliavano tutti… La gente dava risposte che riuscivano solo a cogliere alcuni aspetti parziali, ma non sapevano arrivare alla lucida e dirompente chiarezza della affermazione di Pietro: «Tu sei il Cristo». Eppure la fede di Pietro ha bisogno di trovare conferma nella vita, altrimenti rischia di essere una bella professione vuota, di quelle che si fanno nelle occasioni importanti ma che poi si dimenticano quando la vita riprende il suo cammino ordinario. Continua a leggere
È il tempo di una bio-estetica…
Una lettrice del blog – che sta leggendo anche il mio libro L’albero della vita – mi ha posto una domanda intelligente circa la ricaduta pedagogica e pastorale del cambiamento di paradigma che io propongo come necessario nel mondo di oggi. Detto molto semplicemente: tu (che sarei io) sostieni che bisogna percorrere la via della bellezza e del desiderio, mentre per secoli abbiamo battuto quasi unicamente la via della conoscenza e della morale; ma che cosa significa concretamente? che dobbiamo abbandonare il vero e il bene per gettarci sul bello? e come si fa? Continua a leggere
A conclusione del Sinodo, le parole di Francesco…
A conclusione della prima parte del Sinodo sulla famiglia, ho ascoltato con un senso di vera liberazione le parole di papa Francesco. Leggendo alcuni articoli o origliando certi titoli urlati di giornali, radio e televisioni, mi ero quasi fatto l’idea che i padri sinodali stessero perdendo tempo. Me li vedevo, chiusi nell’aula e nei circoli a discettare della possibilità che un uomo si unisca in matrimonio con un altro uomo e una donna con un’altra donna – e la Chiesa riconosca questo matrimonio come valido – e impegnati a trovare il modo per mandare in soffitta l’indissolubilità del matrimonio tra un uomo e una donna. Continua a leggere
Ventiduesima Domenica del Tempo Ordinario. Rinnegare se stessi…
«Rinneghi se stesso». Queste parole di Gesù, rivolte a tutti coloro che vogliono seguirlo, sono tra quelle più difficili da comprendere e accettare nel Vangelo. Sono da comprendere, innanzitutto. Il «se stesso» da rinnegare non è la personalità che ciascuno ha, nemmeno la sua intelligenza o la sua sensibilità. Ciò che si deve rinnegare è il destinare tutta questa ricchezza a se stessi, il chiuderla dentro l’orizzonte del proprio bisogno, l’indirizzarla al proprio istinto o anche alla propria esclusiva volontà. Continua a leggere
Trentaduesima Domenica del Tempo Ordinario. Terreno e ultraterreno…
La storiella della «vedova ammazzamariti» – che alcuni sadducei raccontano a Gesù per fargli prendere una posizione sulla questione della risurrezione (che li vedeva contrapposti ai farisei) – è un capolavoro di insensibilità. Essa dipinge il matrimonio come un contratto di possesso del marito sulla moglie e pretende di descrivere l’aldilà come lo stato in cui questo possesso diviene definitivo: nel caso della donna che ha avuto sette mariti, è dunque impossibile accertare il possessore, per cui – concludono questi saccenti aristocratici – non esiste alcuna risurrezione, perché Dio, poveretto, non potrebbe risolvere questo grave problema… di proprietà. Continua a leggere
Grazie Aurelio. Grazie Rita. Sedici figli sono il campo del vostro amore per Dio!
A casa Anania-Procopio in quel di Catanzaro sta nascendo la sedicesima figlia: si chiamerà Paola. Prima di lei in quasi vent’anni di matrimonio nell’abitazione di 110 metri quadrati sono arrivati otto femmine e sette maschi. La notizia – data con una finestra in prima pagina dal Corriere della Sera di ieri – suona come una provocazione alla nostra società, in cui il matrimonio – quando si decide di celebrarlo in chiesa o di sancirlo in Comune – è rimandato fino a quando non c’è tutto pronto, la nascita del primo figlio è programmata qualche anno più tardi così si può gustare in pace le gioie di coppia, e quando si decide di dare un fratellino o una sorellina al primogenito si è ormai sull’orlo dei fatidici quarant’anni (e talvolta si rinuncia pure). Continua a leggere
Per chi? In base a che cosa? Se votare è diventato un problema…
La campagna elettorale (finalmente) è agli sgoccioli. Non se ne può più. Essa ha contribuito ad aumentare il mal di pancia di quegli elettori (non sono pochi) che avvertono ancora il votare come un dovere civico. Dicono che gli indecisi – se recarsi ai seggi e/o chi votare – siano ancora molti: qualcuno forse deciderà solo in cabina elettorale, più per istinto che per una vera determinazione; altri staranno a casa o voteranno scheda bianca. Continua a leggere
Corsivo. «Alto, lesbica, rosso. E non c’è niente da dire». No, no, c’è qualcosa da dire…
E invece c’è da dire! Verrebbe da rispondere così, d’istinto, alla nuova “pubblicità-progresso” pagata con i nostri soldi e ideata dal Dipartimento delle Pari opportunità e dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali (quello della signora Elsa Fornero). La si trova ovunque, persino su “Famiglia Cristiana“. Continua a leggere