Pasqua attraverso gli apostoli

DOMENICA DI PASQUA

All’inizio la risurrezione di Gesù è solo un grande trambusto, una corsa forsennata, la visione di una tomba vuota. Insomma, nessuno ha visto Gesù uscire dal sepolcro. Ve lo hanno posto, ma il suo corpo non è più lì la mattina del primo giorno della settimana. Ad attestarlo c’è una donna che lì era venuta con l’animo di chi va al cimitero.

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Soci di Simone

QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Che cosa significa «prendere il largo»? Per uno che sta su una barca, significa allontanarsi dalla sicurezza della riva, dove però rischia di esserci anche il fastidio della folla, con quella tipica oppressione delle convenzioni che limitano la libertà.

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Lo slancio del discepolo

VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Dopo la folla e dopo i giudei, sulla scena con Gesù al termine del lungo discorso del pane ora ci sono i discepoli. Chi sono? Alcuni – anzi, molti – che, avendo cominciato ad ascoltarlo, avevano preso a seguirlo per sentirlo ancora e per comprendere meglio.

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Preghiera e servizio

QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Tutto casa e chiesa questo Gesù? La mattina in sinagoga e il pomeriggio nella casa di Simone e Andrea. Poi però, dopo il tramonto, la porta della casa è un palcoscenico sulla città. E al mattino presto c’è il rifornimento, nel luogo deserto della preghiera solitaria. Continua a leggere

Denari e talenti

VENTIQUATTRESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Settanta per sette fa 490. Gesù voleva dire a Pietro che doveva perdonare fino a 490 volte? Sarebbero già tante, ma comunque il bonus si consuma abbastanza in fretta! I numeri sulla bocca di Gesù bisogna saperli interpretare. Del resto, se io vi dovessi dire che vado a fare due passi, capireste tutti che non mi limito a spostarmi di un metro. E se vi chiedessi di scambiare quattro parole con me, non stareste lì a contarne davvero quattro… «Settanta volte sette» vuol dire sempre. Significa che il perdono è un modo di vivere e non un’eccezione della vita. Continua a leggere

Voler bene secondo Dio…

VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Il dialogo tra Gesù e Pietro è pieno di affetto reciproco. Pietro, che ha appena riconosciuto che Gesù è il Figlio del Dio vivente, gli vuole bene e non può accettare che dica certe cose. Gesù, a sua volta, vuole bene a Pietro e proprio per questo deve ricordargli che il suo posto è dietro a lui, non davanti a lui: è il Figlio di Dio che traccia il cammino, non il suo discepolo. Continua a leggere

Desiderio e dono

VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

La domanda che Gesù rivolge ai discepoli è sempre aperta. Conoscere i pareri che la gente ha su Gesù non è sufficiente. La domanda vera è rivolta a un voi, a un tu. Devi entrare in gioco, e magari rifiutare le dicerie su Gesù, andare oltre le immagini di copertina che cercano di ridurlo ad un aspetto interessante della sua personalità. Gesù ancora oggi è quello che ha detto Pietro: il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Continua a leggere

La vera onnipotenza di Dio

DICIANNOVESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Che cosa intendiamo quando diciamo di credere in un Dio onnipotente? Quale immagine di Dio si forma in noi? Forse quella di Gesù che cammina sulle acque, segno di un potere e di un dominio che mette sotto i piedi le forze oscure del male. E Dio effettivamente è ben più forte di un vento impetuoso che spira in senso contrario. Ma attenti a non trasformare questo Dio in un amuleto da tirar fuori dalla tasca quando siamo in difficoltà. Continua a leggere

Ci crediamo nella risurrezione?

DOMENICA DI PASQUA

«Voi cristiani fondate tutto su una cosa che non si può dimostrare!». Me lo diceva uno che ha cominciato a dubitare di tutto quello che ha creduto sino a poco tempo fa. E si riferiva alla risurrezione. Sorrido sempre quando mi fanno una simile obiezione, perché effettivamente è così, ma vale per quasi tutte le cose più importanti della vita: non si possono dimostrare. Nemmeno Maria di Magdala, trovandosi davanti un sepolcro vuoto, conclude immediatamente che Gesù è risorto. Anzi, corre a dire: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro». Altro che risurrezione, semplice sottrazione di cadavere! E sia. Ma se togli fondamento alla risurrezione, che pure non si può dimostrare ma solo credere, ti resta poi il compito di spiegare duemila anni di storia, con miliardi di allucinati, che avrebbero potuto credere ad una sottrazione di cadavere invece che alla risurrezione. Continua a leggere

La nostra fortuna, stasera…

GIOVEDÌ SANTO – NELLA CENA DEL SIGNORE

Questa sera voglio rivolgermi in modo tutto particolare a voi bambini. I grandi ascoltino attentamente, perché potrebbe darsi che queste parole siano interessanti anche per loro. Mi domando se questi bambini li avete condotti qui voi, voi genitori che avete giustamente sempre tante cose da fare, o se invece siete voi bambini ad aver trascinato qui i vostri genitori, stasera, nella nostra chiesa, dove si fa memoria dell’ultima cena di Gesù. Meno male che siete venuti qui per farvi lavare i piedi dal don, perché è per questo che siete seduti in prima fila, con un po’ di apprensione anche per il gesto che vi vede protagonisti. Continua a leggere