Gerico, luogo di incroci

TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – Daunei

Quello che accade a Gerico è l’incrociarsi di due movimenti di ricerca, di due sguardi: l’uno, quello di Zaccheo, che si è nascosto nel fogliame di un albero, perché è piccolo e forse solo curioso, vuole vedere Gesù senza essere visto da lui; l’altro, quello di Gesù, che non solo vede Zaccheo, ma vuole guardarlo in volto, e per questo lo invita a scendere perché ha deciso di invitarsi a casa sua.

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La battaglia dentro di noi

TRENTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – Larici nel cielo autunnale

La logica della contrapposizione non ci aiuta a cogliere il messaggio della parabola. Forse faremmo bene a partire da una constatazione: i due personaggi convivono in noi come due atteggiamenti entrambi possibili.

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Guarigione e salvezza

VENTOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – Colori dell’autunno

Se dovessimo trarre dal Vangelo odierno una indicazione statistica, dovremmo dire che il 90% sono ingrati. In realtà nove lebbrosi guariti su dieci sono impegnati nella complicata procedura di attestazione della loro guarigione: devono andare al tempio di Gerusalemme a presentarsi ai sacerdoti, e non hanno tempo da perdere.

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La gioia del servizio inutile

VENTISETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – Tramonto sul Sella

Dire «siamo servi inutili» ci costa una grande fatica, soprattutto in un mondo in cui l’autostima è un valore unanimemente perseguito. Pronunciarlo dopo aver svolto il nostro compito scrupolosamente – e non prima, quasi come scusa per non farlo, tanto è inutile! – è ancora più difficile.

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Il sentiero stretto

VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

La Palota (Foto AC)

«Quelli che si salvano» sono in realtà «quelli che vengono salvati». Gesù non risponde se sono tanti o pochi, ma comunque la salvezza è un dono non una conquista. Forse proprio per questo la porta della salvezza è stretta, perché richiede non tanto l’abilità di salvarsi da soli quanto l’umiltà di essere salvati da un Altro.

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Quando finisce il nostro vino…

SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Siamo come catapultati su un’altra scena: eravamo in un quadro di penitenza e di sacrificio al fiume Giordano, ora siamo in un contesto di godimento e di festa al matrimonio di Cana di Galilea. Ma… «non hanno vino».

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La fede e il buon senso

TREDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Due miracoli inscatolati l’uno dentro l’altro ci aiutano a riflettere sulla fede. Quella della donna assomiglia ad una fede superstiziosa. La fede di Giairo, invece, è potente, e va contro l’evidenza della morte della figlia.

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La fede e la gratitudine

VENTOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

La prima lettura ci ha presentato la vicenda di Naaman Siro, comandante dell’esercito siriano, affetto dalla lebbra, il quale viene a sapere che un profeta in Israele ha il potere di guarirlo. La delusione è grande, quando il profeta Eliseo lo invita ad immergersi sette volte nelle acque del fiume Giordano. «Naaman si sdegnò e se ne andò dicendo: “Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra. Forse i fiumi di Damasco non sono migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?”. Si voltò e se ne partì adirato». Continua a leggere

Perseveranza e agitazione

TRENTATREESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

autunnoPer finire al centro di un programma televisivo sui misteri che affascinano, alla profezia di Gesù manca un tassello importante. Non c’è la data. «Verranno giorni…», già ma dicci, caro Gesù, in quale giorno esattamente, e, se puoi, anche l’ora così non prendiamo impegni! Evidentemente Gesù non ha interesse a finire nell’elenco dei vaneggiamenti circa il giorno della fine del mondo. Il suo intento non è affatto quello, e ce ne accorgiamo subito perché i segni che egli descrive vanno bene per ogni epoca storica, compresa la nostra. E poi, magistralmente, con l’arte del vero oratore, Gesù aggiunge: «Ma non è subito la fine». Se mi permettete un gioco di parole, anzi di articoli, vi dirò che a Gesù interessa metterci in guardia non tanto sulla fine, ma sul fine della storia. La fine non è adesso e non è subito, mentre il fine è già adesso, è subito. Continua a leggere

I primi, gli ultimi, la porta stretta…

VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Piz DuledaLe ultime parole del vangelo di oggi ci turbano un poco: il fatto che «vi sono ultimi che saranno primi e vi sono primi che saranno ultimi» non ci sembra giusto. Già ci sono nella nostra società molteplici casi di palese ingiustizia che siamo costretti a sopportare, ora anche Gesù proclama questa strana legge che non tiene conto delle precedenze acquisite sul campo: il primo avrà pur meritato il suo posto, perché dovrebbe essere retrocesso in coda? Se vai in posta o a prenotare gli esami clinici o anche al supermercato, ti danno un numerino che garantisce che l’ultimo arrivato non faccia il furbetto e passi avanti. Sembra che nel regno di Dio non funzioni così, e possono star fuori anche i primi arrivati se non sono riusciti ad attraversare la porta d’ingresso. Continua a leggere