Salvezza, frutto dell’appartenenza

Passo San Lucio (Foto AC)

Ci sono tre personaggi nella storia che abbiamo ascoltato: il pastore, il mercenario, il lupo. A cui si aggiunge una sorta di personaggio collettivo: il gregge delle pecore.

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Io sono la porta

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Pieralongia (sullo sfondo il Sassolungo) – Foto AC

Gesù pronuncia queste parole subito dopo aver guarito il cieco nato. Sono rivolte a quei farisei ciechi che credevano di vedere e invece non si arrendevano nemmeno di fronte all’evidenza. «Io sono la porta», dice Gesù.

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La gioia del pastore

VENTIQUATTRESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC

Queste due parabole sono la smentita del buon senso. Chi lascerebbe novantanove pecore sicure per cercarne una smarrita? Chi userebbe tempo prezioso per cercare una moneta caduta in casa chissà dove? Eppure Gesù fa due domande che ci fanno credere che ogni pastore e ogni donna farebbero così!

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Pastore perché Agnello…

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Il libro dell’Apocalisse usa un linguaggio particolare che si serve di immagini paradossali. Ad esempio: la moltitudine immensa di quelli che hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Come fa il sangue a rendere candida una veste?

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Come agnellini sul petto di Gesù…

BATTESIMO DEL SIGNORE – Anno C

L’immagine pastorale del profeta Isaia non corrisponde affatto all’attesa del popolo di cui ci parla l’evangelista Luca. In effetti, forse Giovanni Battista s’aspettava un altro Messia e Gesù assomiglia di più al personaggio di cui parla Isaia.

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Gesù, il pastore insegnante!

SEDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Deve averli visti stanchi, gli apostoli. Gesù li ha inviati a due a due e ora li riaccoglie con sé, lasciando che raccontino le loro esperienze di missione. È uno strano incontro di verifica (così abbiamo preso a chiamarlo noi, che abbiamo trasformato la Chiesa in un ufficio).

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Appartenere al buon pastore

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno B

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ci sono tre personaggi nella storia che abbiamo ascoltato: il pastore, il mercenario, il lupo. A cui si aggiunge una sorta di personaggio collettivo: il gregge delle pecore. L’immagine è tra le più famose del Vangelo, ma è alquanto lontana dalla nostra mentalità. Non solo perché essa non fa parte del nostro panorama usuale. Ma soprattutto perché l’idea di essere paragonati ad un gregge docile e indistinto che appartiene ad un pastore non piace alla concezione individualista di cui siamo imbevuti.

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Le parabole della misericordia

VENTIQUATTRESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

È troppo bella da ascoltare questa pagina evangelica nella sua interezza: è come se Gesù avvertisse il bisogno di insistere nel ribadire una dimensione fondamentale del volto di Dio, la misericordia. Prima due brevi parabole, quella della pecora perduta e quella della moneta smarrita, poi la lunga coinvolgente storia dell’uomo e dei suoi due figli. In realtà le prime due parabole sono due domande, rivolte in modo da suscitare un tacito e scontato consenso: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?… Oppure quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova?». Continua a leggere

Ascoltare e seguire il pastore…

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

A noi sembrerebbe chiaro che uno si può seguirlo se si è capito perfettamente il suo programma. L’importante è capire, l’essenziale è capire e, a furia di ripeterlo, finiamo per crederci. E non ci accorgiamo che, con l’assillo di capire, abbiamo smesso di ascoltare e di fidarci e di seguire. Gesù non ha dubbi: il problema non è capire, ma ascoltare; ascoltare uno che ti conosce bene e seguirlo. Tu lo ascolti, ma per davvero, facendo tacere le tue pretese, lasciando cadere le tue perplessità. Lo ascolti ad orecchie aperte, a cuore disponibile. Continua a leggere