Io sono la porta

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Pieralongia (sullo sfondo il Sassolungo) – Foto AC

Gesù pronuncia queste parole subito dopo aver guarito il cieco nato. Sono rivolte a quei farisei ciechi che credevano di vedere e invece non si arrendevano nemmeno di fronte all’evidenza. «Io sono la porta», dice Gesù.

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Va’ e ripara la mia casa che è in rovina!

DOMENICA DELLE PALME – Anno A

Crocifisso e Odle – Foto AC

«Va’ e ripara la mia casa che è in rovina!». Così si sentì dire san Francesco dal Crocifisso di San Damiano. Riparò la chiesa, ma si accorse che Gesù intendeva affidargli il compito di riparare una chiesa di persone, e riparare una chiesa di persone è più difficile che riparare una chiesa di sassi.

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Essere Chiesa umile

VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – La chiesetta di San Silvestro in Vallunga

Oggi la Parola di Dio ci esorta alla virtù dell’umiltà, che non gode di grande considerazione, anzi è vista con sospetto. L’esortazione di Gesù a cercare l’ultimo posto fa storcere il naso ai nostri contemporanei e forse anche a noi.

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La donna, Maria e la Chiesa

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

La prima lettura (tratta dal libro dell’Apocalisse) è un testo di non facile interpretazione. Si parla di due segni «nel cielo», ovvero si vuole riferire il compimento della storia. C’è il segno grandioso della donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle, e c’è l’altro segno dell’enorme drago rosso con sette teste e dieci corna.

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Forza, fuoco, vento

DOMENICA DI PENTECOSTE – Anno C

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay

Quando arriva la Pentecoste ci succede quello che accade quando giunge il giorno del nostro compleanno: realizziamo che un altro anno si è aggiunto alla nostra vita, ma quell’anno non è passato d’un botto nel giro di un giorno solo, ma si è consumato nel lento evolversi dei 365 giorni passati dal compleanno precedente.

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Festa di incarnazione

ASCENSIONE DEL SIGNORE – Anno C

Foto di Thanasis Papazacharias da Pixabay

L’evangelista Luca racconta due volte l’Ascensione di Gesù, alla fine del Vangelo e all’inizio del libro degli Atti degli Apostoli. Come a sottolineare che questo evento rappresenta una sorta di cerniera tra la vicenda di Gesù e quella della Chiesa.

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La Chiesa nella pace di Cristo

SESTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Foto di Daniel Reche da Pixabay

Parole intense quelle che Gesù pronuncia nell’ultima cena. Tutte ispirate all’affetto profondo che lo unisce ai suoi discepoli nel momento in cui sta per affrontare la morte. Ecco perché nel cenacolo risuona una parola di conforto: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».

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Il Risorto sulla riva della storia

TERZA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Questo Gesù che dirige la pesca dalla riva del mare è veramente maestoso. È il Risorto, e la storia ha come fatto il giro di boa ed è diretta verso il suo compimento. Il racconto – che costituisce l’epilogo del vangelo di Giovanni – è tutto incentrato sulla decisione di questi amici di Gesù di tornare a pescare.

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Tommaso, il credente

SECONDA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Tommaso l’incredulo. Lo abbiamo dipinto così, l’apostolo che volle mettere il dito nelle piaghe di Gesù. Eppure sulla sua bocca c’è la professione più limpida e profonda di tutti i Vangeli: «Mio Signore e mio Dio!». A cui giunge partendo da un perentorio «Se non vedo… io non credo».

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Pasqua attraverso gli apostoli

DOMENICA DI PASQUA

All’inizio la risurrezione di Gesù è solo un grande trambusto, una corsa forsennata, la visione di una tomba vuota. Insomma, nessuno ha visto Gesù uscire dal sepolcro. Ve lo hanno posto, ma il suo corpo non è più lì la mattina del primo giorno della settimana. Ad attestarlo c’è una donna che lì era venuta con l’animo di chi va al cimitero.

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