Racconto di Natale per cristiani e non credenti
Natale è una festa capace di accendere i cuori, non solo quelli dei credenti, e di stimolare la letteratura e la poesia. Pochi sanno che anche il filosofo Jean-Paul Sartre – che pure non ha mai nascosto il suo ateismo – nel Natale del 1940, prigioniero nel campo nazista di Treviri, scrisse un testo teatrale Bariona o il figlio del tuono – e lo interpretò anche – proprio nella notte di Natale. Bariona è il capo di un villaggio vessato dalla tasse dei romani. Ad un certo punto decide che non nasceranno più figli, anche se sua moglie stessa ne aspetta uno. Dentro questa vicenda di diritti negati s’inserisce l’annuncio della nascita di Gesù a Betlemme. Bariona è scettico sull’incarnazione: “un racconto da balia!”. Ne discute con Baldassarre, che non riesce a convincerlo. Così parte alla volta di Betlemme deciso ad uccidere il Bambino. Ma poi cambierà idea e si metterà alla testa di un drappello di uomini per difendere Gesù appena nato dalle truppe mandate da Erode per ucciderlo. Dentro questo testo teatrale è centrale un personaggio fuori scena – un cieco che vede, si direbbe un cieco del Vangelo – il quale descrive le scene della annunciazione prima e della nascita poi, in modo magistrale. Sono pagine molto belle. Che ne richiamano altre, questa volta scritte da un filosofo cattolico, forse il più grande del secolo scorso, Jean Guitton, anche lui prigioniero in quel Natale del 1940 in un altro campo nazista. Anch’egli compose un’opera che sarà pubblicata nel 1949 a Parigi, un libro sulla Vergine Maria: la scena dell’annunciazione è tra le più belle dedicate a questo momento cruciale della storia umana e cristiana.
Anche lo scrittore napoletano Erri De Luca ha sondato la notte di Natale, raccontando magistralmente la storia di Maria nel libro In nome della madre, un vero capolavoro di narrativa e di introspezione in cui egli interpreta la figura di questa donna ebrea e, soprattutto, descrive in modo crudo e coinvolgente il parto nella stalla di Betlemme e il dialogo tra Maria e Gesù, la preghiera di Maria a Dio.
La lettera di Gesù Bambino di don Agostino Clerici costituisce un altro tassello prezioso di questo Racconto di Natale. Gesù scrive – Lui, che è la Parola di Dio per l’uomo – una lettera dal grembo materno e parla di sua mamma e di suo papà, così come egli li vede e ha imparato a conoscerli. Sono parole in cui la poesia si coniuga con la rivelazione, anticipando alcune pagine del Vangelo che poi Gesù annuncerà.
L’ultima scena è dedicata ad una statuina del presepe, che rappresenta l’appuntamento mancato con Betlemme, il nostro forse o quello dell’uomo contemporaneo che dorme il sonno della fede e anche quello della ragione. Il dormiglione è icona bellissima di un rifiuto che Dio, però, sa trasformare misteriosamente in salvezza nell’economia della sua grazia.
pagine 64, euro 5 – Per richiedere il libro mail to: ago.cle@libero.it
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