L’albero della vita, per un orizzonte di bellezza…

AGOSTINO CLERICI, L'albero della vita. Un orizzonte di bellezza per l'uomo di oggi, L'essenziale è visibile, Tavernerio 2015, pagine 208, euro 12,00.

AGOSTINO CLERICI, L’albero della vita. Un orizzonte di bellezza per l’uomo di oggi, L’essenziale è visibile, Tavernerio 2015, pagine 208, euro 12,00.

Per richiedere il libro clicca sull’indirizzo ago.cle@libero.it.

Disponibile anche su www.amazon.it

Librerie in cui si trova il volume: a Como la Libreria Paoline in V.le Cesare Battisti, a Sondrio la Libreria San Paolo in via Piazzi, a Morbegno la Libreria Piccolo Principe in via Vanoni.

Una presentazione del libro avverrà nell’ambito di Parolario 2015 a Villa Olmo venerdì 26 giugno 2015 alle ore 16.

Giovedì 2 luglio alle ore 20.45 terrò una relazione sul tema “Dalla creazione all’educazione. La vita, la bellezza, il desiderio”. nell’ambito dei seminari organizzati da FoodArt nella splendida cornice del Castello di Monguzzo.

Vedi la recensione di Vera Fisogni su “La Provincia di Como”.

Vedi la recensione di Lorenzo Morandotti su “Corriere di Como”.

Vedi la Recensione di Salvatore Couchoud su “Il settimanale della diocesi di Como”

Dopo una gestazione durata quattro anni, è ora disponibile il mio ultimo libro, un libro a cui tengo tantissimo. Pagine scritte con passione ed entusiasmo per cambiare il paradigma stanco della vita umana nella luce di un orizzonte più ampio, quello della bellezza, e nella forza data dal “carburante” del desiderio che sostiene l’«estasi» dell’amore. Nelle oltre duecento pagine del libro viene proposto un percorso – che attinge alla filosofia e alla teologia con una costante attenzione pedagogica – della «vita nella carne», individuata quale percezione originaria che precede ogni strutturazione ontologica e metafisica (perché è la vita che ospita il pensiero, e non viceversa!), nel suo «pellegrinaggio fuori di sé» attraverso le quattro dimensioni fondamentali della vita dell’uomo. Le prime due – la conoscenza («statica») e l’«etica» – hanno avuto un notevole sviluppo nel corso dei due millenni che stanno alle nostre spalle, tanto da costituire spesso l’unico terreno in cui la vita è stata coltivata. Le altre due dimensioni – l’«estetica» (con il suo orizzonte di bellezza) e l’«estatica» (con la forza propulsiva del desiderio) – devono trovare uno spazio più ampio, non solamente ancillare, per educare l’uomo e guidarlo «fuori di sé». Un capitolo del libro è dedicato interamente ad una nuova analisi del racconto della creazione che sta all’inizio della Bibbia (quello di Gn 2, attribuito alla tradizione jahvista), ove il protagonista non è un uomo antico, ma l’uomo e la donna di ogni tempo. In queste pagine, soprattutto, con un linguaggio godibile e leggero che sa scavare nella ricchezza delle parole, viene svelata la trama di cui è tessuto il libro stesso, che si dipana da una «eruzione» iniziale ad una preghiera finale, nel tentativo di innestare in una prassi educativa – di cui, purtroppo, l’uomo di oggi ha quasi paura – la linfa di una rivoluzione estetica ed estatica di cui si avverte sempre più il bisogno. L’albero della vita – da cui il titolo del libro – ha un ruolo importante nel racconto della creazione: Dio lo mette al centro del giardino, ma poi l’uomo e la donna – sviati astutamente dal serpente – decentrano la vita a favore della conoscenza del bene e del male, e lì appuntano tutta la loro attenzione. Questa «distorsione» originale è fonte di innumerevoli problemi, e solo rimettendo veramente al centro l’albero della vita, l’uomo e la donna potranno trovare quell’orizzonte di bellezza che saprà nuovamente dare un senso anche alle tavole perdute della verità e del bene.

Riporto le pagine del prologo del libro.

PROLOGO IN… ERUZIONE 

Questo libro nasce come eruzione di una protesta interiore. Alla sua origine c’è un fastidio crescente, divenuto, a poco a poco, insofferenza per uno stile di vivere diffuso che allontana sempre più l’uomo e la donna dal loro destino. Per fortuna, questo disagio umano ha incontrato quasi subito la forza catartica della parola, e, prima ancora, l’ardore del desiderio che, inarrestabile, attraversa la mia vita. L’esperienza estetica ha assunto in me un ruolo sempre più importante, lenendo le ferite del pensiero e aiutandolo a percepire in modo nuovo la verità della vita incarnata. Esperendo la mia carne e quella dell’altro nella luce splendente del «bello», ho intuito un percorso e ho cercato di donarlo alla parola, affinché lo rendesse fruibile ad altre persone. Ne è venuto fuori questo libro, in una genesi durata alcuni anni e più volte affidata a pause di assestamento. Stabilito che la «vita nella carne» è il sostrato universalmente percepibile prima di ogni strutturazione metafisica o logica, questa vita concreta – che rende visibile lo spirito dell’uomo nell’unico modo in cui sia storicamente possibile, nella carne appunto – percorre quattro stadi, che ho identificato con nomi che fra loro si richiamano: statica, etica, estetica, estatica. I primi due vengono trattati più brevemente degli altri due. Credo che l’umanità abbia percorso in lungo e in largo queste due vie – alla ricerca del «vero» e del «bene» – sino a giungere ai giorni nostri ad una nausea, che, nel suo stadio quasi patologico, ha portato al rifiuto sia del «vero» che del «bene», in uno smarrimento esistenziale il cui esito ci abita e, insieme, sta davanti ai nostri occhi. La bellezza e il desiderio, invece, sono direttrici assai nominate, ma purtroppo profondamente sconosciute all’uomo. Esse meritano di entrare in gioco con il loro potente dinamismo estetico ed estatico, a cui va riconosciuto un valore trainante e non solo un ruolo complementare. La mia protesta vuole, pertanto, diventare proposta. Le pagine del libro dipanano un possibile paradigma esistenziale, che dovrebbe impastare di sé la prassi pedagogica oltre che l’esperienza interiore. Del resto, invitare all’estasi della vita è l’esatto contrario del fare un’operazione di disincarnazione della vita. Il lettore non deve aspettarsi un nuovo sistema di pensiero, da aggiungere a quelli – grandi e piccini – che la storia ha apprezzato, mantenuto o anzitempo seppellito. Se vuole, invece, condividere con me il desiderio di un nuovo modo di vivere, troverà tra le righe, insieme alle parole, anche il mio entusiasmo.

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