Colpo di testa 106 / I pastori sardi, mia nonna e il latte versato

Corriere di Como, 26 febbraio 2019

Quando ero piccolo, la mia nonna mi raccontava una storia, che un poco riusciva a terrorizzarmi. Riguardava l’aldilà, o meglio quella sorta di «terra di mezzo» che serve ad entrarvi. Ci sarà qualcuno – la nonna parlava addirittura di san Pietro, portinaio del paradiso – che mi darà una cesta per raccogliere tutto il cibo avanzato nel piatto per capriccio e quindi finito nella spazzatura. Il particolare tragico della storiella era che la cesta in questione è senza fondo. Continua a leggere

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Amore, bisogno di positività

SETTIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Si sente spesso affermare che Gesù sarebbe stato un predicatore della non-violenza. Si tratta di una verità incompleta. La non-violenza comporta un’assenza di reazione alla violenza, una passività quindi. Gesù, invece, invita chiaramente a reagire alla violenza, ad essere attivi, anche se ad esserlo in un modo paradossale. Gesù è il predicatore dell’amore, che è atteggiamento da assumere sempre, in modo attivo e reattivo, e che non è mai riconducibile ad una passività. Continua a leggere

Colpo di testa 105 / La cattedrale imbrattata e l’amore ignorante

Corriere di Como, 19 febbraio 2019

«Luigi ti amo». Effusione verbale sull’onda della festa degli innamorati. Scritta forse su un bel biglietto colorato, come si usava qualche anno fa? Troppo poco, deve aver pensato l’incontenibile fidanzata di Luigi, che voleva farlo sapere a tutti. Avrebbe potuto scriverlo su Facebook, ma, nella nuova era dei social, le deve essere sembrato scontato e banale. Continua a leggere

Il tamarisco e l’albero

SESTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

La pagina evangelica è assai famosa: si tratta delle beatitudini nella versione offertaci da Luca (che è ancora più forte di quella classica che si trova nel vangelo di Matteo, anche perché non si limita al «beati voi» ma aggiunge il «guai a voi»). La lettura che viene fatta delle beatitudini è spesso tutta sbilanciata su un versante sociale e si ferma alla prima di esse, il «beati voi poveri», dando alla povertà un significato esclusivamente economico. È una lettura senza fondamento, che, tra l’altro, ci fa perdere di vista l’autentico messaggio che Gesù vuole trasmettere. Continua a leggere

Colpo di testa 104 / Prima giovani, poi anziani… Senza mai sentirsi maturi

Corriere di Como, 12 febbraio 2019

Qualcuno mi ha fatto notare la crudezza dell’espressione con cui, una settimana fa, ho definito certi adulti come «adolescenti cresciuti». Il mio non voleva essere un giudizio, ma la semplice constatazione di un disagio, che talvolta non è nemmeno avvertito e non viene riconosciuto proprio da chi ce l’ha. Continua a leggere

Prendi il largo!

QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Isaia, Paolo, Simon Pietro. Tre personaggi diversi accomunati dalla chiamata di Dio. Isaia lo vide – così egli confessa – «seduto su un trono alto ed elevato» e si sentì perduto, perché i suoi occhi avevano visto il re, nonostante «un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito». Paolo racconta di essere stato «ultimo fra tutti» a godere dell’apparizione di Gesù morto e risorto, «come a un aborto», cioè come a uno la cui vita non conta nulla. Continua a leggere

La più grande di tutte è la carità!

QUARTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Al centro della Parola di Dio, oggi, c’è quello che viene chiamato «inno alla carità». Continuando il brano della prima lettera di san Paolo ai Corinzi ascoltato domenica scorsa, ci viene detto che fede, speranza e carità sono le tre cose che rimangono, ovvero le più importanti, l’essenziale della vita (tanto è vero che esse costituiscono le tre virtù teologali, ovvero le tre fondamentali dimensioni del nostro rapporto con Dio). Viene aggiunto anche che «la più grande di tutte è la carità». Usiamo pure il termine «amore» se ci è più familiare, a patto di intenderlo con quelle caratteristiche della carità che san Paolo così bene descrive: «è magnanima, è benevola, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità». Continua a leggere