Il cuore del mondo

SECONDA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Laghi dei Piani – Foto AC

«Venne Gesù, stette in mezzo». Accadde così quella prima domenica e poi una settimana dopo e, da allora, sempre. Che cosa significa che Gesù viene e sta in mezzo?

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La Chiesa nella pace di Cristo

SESTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Foto di Daniel Reche da Pixabay

Parole intense quelle che Gesù pronuncia nell’ultima cena. Tutte ispirate all’affetto profondo che lo unisce ai suoi discepoli nel momento in cui sta per affrontare la morte. Ecco perché nel cenacolo risuona una parola di conforto: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».

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Tommaso, il credente

SECONDA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Tommaso l’incredulo. Lo abbiamo dipinto così, l’apostolo che volle mettere il dito nelle piaghe di Gesù. Eppure sulla sua bocca c’è la professione più limpida e profonda di tutti i Vangeli: «Mio Signore e mio Dio!». A cui giunge partendo da un perentorio «Se non vedo… io non credo».

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Pasqua attraverso gli apostoli

DOMENICA DI PASQUA

All’inizio la risurrezione di Gesù è solo un grande trambusto, una corsa forsennata, la visione di una tomba vuota. Insomma, nessuno ha visto Gesù uscire dal sepolcro. Ve lo hanno posto, ma il suo corpo non è più lì la mattina del primo giorno della settimana. Ad attestarlo c’è una donna che lì era venuta con l’animo di chi va al cimitero.

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Prendere una parte…

DOMENICA DELLE PALME – Anno C

Il Vangelo della Passione, in un colpo solo, ci ha fatto ascoltare l’esito della vita di Gesù. Vangelo, cioè «bella notizia». E ci domandiamo dove stia la bella notizia in quella che appare più verosimilmente come una «brutta storia».

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Tommaso, il credente

SECONDA DOMENICA DI PASQUA – Anno B

Tommaso l’incredulo. Lo abbiamo dipinto così, l’apostolo che volle mettere il dito nelle piaghe di Gesù. Eppure sulla sua bocca c’è la professione più limpida e profonda di tutti i Vangeli: «Mio Signore e mio Dio!». A cui giunge partendo da un perentorio «Se non vedo… io non credo».

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Colpo di testa 204 / La croce della pandemia e la via nuova

Corriere di Como, 6 aprile 2021

La Pasqua è una festa che dura otto giorni. Una stranezza dal punto di vista cronologico, per cui si continua a ripetere «in questo giorno» per tutta la settimana. Si gioca con il tempo al servizio di un messaggio insieme teologico e pastorale (di cui qui non parleremo). Mi basta ricordare che molti cristiani se lo sono dimenticato e vivono la Pasqua come se fosse la questione di un giorno festivo del calendario, da celebrare nello spazio di una Messa. Anzi, da quando imperversa la pandemia, senza nemmeno quella!

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Credenti nella risurrezione

DOMENICA DI PASQUA

Non posso certo dimostrare che Gesù è risorto. Ma posso tentare una risposta ragionevole ad un’altra domanda: perché io mi fido di Pietro e degli altri apostoli, che dicono di aver trovato il sepolcro vuoto e anche di aver incontrato il Risorto? Per quel gruppo di smarriti apostoli la risurrezione era la spiegazione più difficile da annunciare agli altri, ma anche la più scomoda da vivere essi stessi in prima persona. Erano delusi e al massimo avrebbero potuto atteggiarsi a discepoli di un morto che aveva lasciato loro in eredità un messaggio di amore.

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Qualcuno, non qualcosa

PENTECOSTE – Anno A

La festa di Pentecoste fa da spartiacque tra la pienezza della Pasqua e la nostra quotidianità che entra nel periodo estivo. Siamo invitati a considerare il dono dello Spirito, come una persona messa al nostro fianco. Le immagini non ci aiutano: colomba, vento, acqua viva, fuoco. Segni di una presenza che sconvolge, che cambia interiormente, che rende capaci di pensiero, parola e azione. Continua a leggere

Il cuore del mondo

SECONDA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

«Venne Gesù, stette in mezzo». Accadde così quella prima domenica e poi una settimana dopo e, da allora, sempre. Che cosa significa che Gesù viene e sta in mezzo? È certo una indicazione spaziale per dire che egli non entra dalla porta, ma che si rende presente in mezzo ai suoi con una forma nuova. Ma quel «stette in mezzo» vuole indicare anche la condizione di uno che è ritto in piedi, che è vivo. È il risorto, ma è lo stesso che porta i segni della morte nelle mani e nel fianco. È il Signore! Continua a leggere