Io sono la porta

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Pieralongia (sullo sfondo il Sassolungo) – Foto AC

Gesù pronuncia queste parole subito dopo aver guarito il cieco nato. Sono rivolte a quei farisei ciechi che credevano di vedere e invece non si arrendevano nemmeno di fronte all’evidenza. «Io sono la porta», dice Gesù.

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In compagnia della Vita

TERZA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Foto AC

«Camminavano morti in compagnia della Vita». Così commenta sant’Agostino il viaggio dei due discepoli di Emmaus. Non sanno riconoscere Gesù risorto che cammina al loro fianco, perché sono concentrati sulla loro tristezza e delusione.

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L’ardore di Maria di Magdala

DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE

Foto AC

La luce della risurrezione che viene a chiarire il cammino della croce ci mostra la pienezza dell’amore di Dio manifestato nel suo Figlio via, verità e vita. Guardiamo Maria di Magdala il mattino di Pasqua al sepolcro. Gli apostoli arrivano dopo, sono come convocati da quella donna.

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Lei «quando era ancora buio» è già lì a cercare. Che cosa cerca? Cerca la vita, cerca Gesù. Crede di poterlo trovare in un cimitero, ma la vita ne è già venuta fuori. È commovente Maria che si sente derubata del corpo di Gesù: le hanno portato via il Signore, e lei si sente disorientata. Maria è mossa dall’amore e infatti sarà la prima a vedere il Risorto.

Solo l’amore sa vedere l’evento della risurrezione. Pietro e Giovanni arriveranno al sepolcro, constateranno che è vuoto e torneranno via di corsa, come di corsa erano venuti: «non avevano ancora compreso». Maria resta, soffre la pena dell’amore: per forza, le hanno rubato il Signore! Quanto calore in questa esclamazione! Spesso noi siamo freddi e aridi. Constatiamo. Verifichiamo. Dubitiamo. Maria non considera, desidera. Desidera che gli diano indietro il suo Signore. È mossa unicamente da un grande amore. Finché il Signore non manca alla nostra vita come manca a Maria, ci è difficile fare l’esperienza dell’incontro con il Risorto.

Non so che cosa ci ha mossi stamattina a venire qui in chiesa. Può darsi che sia solo una buona consuetudine pasquale o domenicale. Una consuetudine che assomiglia ad un’abitudine, ed è un’abitudine che va sempre più scemando in questi anni. A me interessa di più capire che cosa ci muove, quando andremo via di qui dopo la Messa. Se è la stessa consuetudine che ci ha portati qui, statene certi che la Pasqua si ferma qui in chiesa e fuori suonano solo le campane.

Dobbiamo prelevare da questa liturgia pasquale l’ardore di Maria, portarlo nelle nostre case; dobbiamo aggiungere, come sale che dà sapore ai nostri giorni, il desiderio di vivere da discepoli del Risorto nella trama della vita quotidiana, la voglia di tornare qui domenica prossima. In una parola, ci muova l’amore e sia carburante per la nostra vita.

Va’ e ripara la mia casa che è in rovina!

DOMENICA DELLE PALME – Anno A

Crocifisso e Odle – Foto AC

«Va’ e ripara la mia casa che è in rovina!». Così si sentì dire san Francesco dal Crocifisso di San Damiano. Riparò la chiesa, ma si accorse che Gesù intendeva affidargli il compito di riparare una chiesa di persone, e riparare una chiesa di persone è più difficile che riparare una chiesa di sassi.

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