Io sono la porta

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Pieralongia (sullo sfondo il Sassolungo) – Foto AC

Gesù pronuncia queste parole subito dopo aver guarito il cieco nato. Sono rivolte a quei farisei ciechi che credevano di vedere e invece non si arrendevano nemmeno di fronte all’evidenza. «Io sono la porta», dice Gesù.

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«Nel mio nome»

VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

«Nel mio nome». C’è un’insistenza su questa condizione che rende possibile l’essere per Gesù da qualunque parte ci si trovi. Potrebbe sembrare facile realizzarla, ma non è così.

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Appartenere al buon pastore

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno B

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ci sono tre personaggi nella storia che abbiamo ascoltato: il pastore, il mercenario, il lupo. A cui si aggiunge una sorta di personaggio collettivo: il gregge delle pecore. L’immagine è tra le più famose del Vangelo, ma è alquanto lontana dalla nostra mentalità. Non solo perché essa non fa parte del nostro panorama usuale. Ma soprattutto perché l’idea di essere paragonati ad un gregge docile e indistinto che appartiene ad un pastore non piace alla concezione individualista di cui siamo imbevuti.

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Io sono la porta

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Gesù pronuncia queste parole subito dopo aver guarito il cieco nato. Sono rivolte a quei farisei ciechi che credevano di vedere e invece non si arrendevano nemmeno di fronte all’evidenza. «Io sono la porta», dice Gesù. Siamo ancora una volta richiamati alla definizione che Gesù dà di se stesso nell’ultima cena: «Io sono la via, la verità e la vita». Continua a leggere

Come un sentiero di montagna

VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Partiamo dalla domanda posta a Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Non è certamente una domanda alla moda. Il problema della salvezza è in fondo alla lista delle cose importanti. Ma per un credente questa domanda può avere un suo interesse: la sala del regno di Dio sarà affollata? E quanto? Questo Dio buono alla fine porterà tutti in paradiso, proprio tutti? Oppure ad essere affollato sarà l’inferno? Sono domande di cui ci piacerebbe conoscere la risposta da Gesù. Ma ad esse Gesù non risponde. Continua a leggere

Colpo di testa 124 / Recinti evangelici, muri e protagonismi

Corriere di Como, 9 luglio 2019

I numeri dicono che la voglia di muri è aumentata. Quando cadde la Cortina di Ferro, se ne contavano 15, ora in tutto il mondo i muri sono 70 e altri 7 sono in costruzione. Ad averli contati e studiati è Elisabeth Vallet, docente di Geografia all’università canadese del Québec. Il presidente Trump l’ha citata per suffragare la sua decisione di costruire il muro con il Messico, ma sembra essersi dimenticato un particolare di non poco conto della ricerca della studiosa di Montréal, ed è la conclusione che i muri non funzionano, siano essi vere e proprie barriere o confini monitorati da droni, radar e satelliti. Continua a leggere

Colpo di testa 70 / Come pecore sparse tra mercenari e lupi

Corriere di Como, 1 maggio 2018

Finire nel gregge è considerata una sciagura per la mentalità individualista del nostro mondo post-moderno. E per certi aspetti lo è. Tanto è vero che, poi, coloro che si vantano di essere usciti dal gregge, nemmeno si accorgono che sono già finiti dentro un altro gregge, ancora più pericoloso proprio perché inavvertito. Nella nostra cultura radicata nel cristianesimo, l’immagine del gregge di pecore richiama «il pastore, quello bello» (andrebbe tradotta così l’espressione più comunemente nota come «il buon pastore»). E in effetti l’immagine evangelica oggi non piace. Continua a leggere

Atteggiamenti da buon pastore

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno B 

Gregge di pecoreImmagine bellissima, quella del vangelo odierno. Ritorna tutti gli anni in questa quarta domenica di Pasqua in cui la Chiesa ci invita ad una particolare preghiera per le vocazioni. Gesù si riferisce alla consuetudine dei pastori di riunire in un grande recinto le loro pecore per la notte; al mattino, poi, ciascun pastore entrava nel recinto e chiamava le proprie pecore, che seguivano lui, e non altri, perché riconoscevano la sua voce. Una unità profonda che accomuna esseri di natura diversa, il pastore e le pecore, che simboleggia il legame che in Gesù Cristo si è venuto a creare stabilmente tra Dio e l’uomo. Nell’immagine entrano, per contrasto, anche il mercenario e il lupo. Continua a leggere

Quarta Domenica di Pasqua. Voce, recinto e porta…

Gesù oggi ci parla di recinto e di porta. Per forza, sta parlando di pecore, e fa riferimento a situazioni che poteva vedere ogni giorno. Noi non siamo abituati a veder greggi di pecore e, quando ne passa uno per la strada, fa subito notizia come un fatto eccezionale. Però, abbiamo un’idea negativa delle pecore e del gregge e associamo quest’immagine a una sorta di rinuncia alla libertà. Continua a leggere