La lavatrice dell’Agnello

TUTTI I SANTI

Foto AC – panorama dal Seceda

I Santi che celebriamo oggi sono proprio tutti, quelli che sono stati innalzati agli onori dell’altare e quelli che la santità l’hanno vissuta nel nascondimento. La santità non è una condizione che si raggiunge, ma è una tribolazione che si vive giorno per giorno.

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Pastore perché Agnello…

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Il libro dell’Apocalisse usa un linguaggio particolare che si serve di immagini paradossali. Ad esempio: la moltitudine immensa di quelli che hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Come fa il sangue a rendere candida una veste?

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La santità e la vita

TUTTI I SANTI

Chi sono i santi che oggi la Chiesa festeggia? L’Apocalisse ce ne dà una descrizione: «una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua». Sono tantissimi, mentre noi quando usiamo la parola «santi» usiamo il contagocce e pensiamo che siano pochi. Soprattutto crediamo fermamente che la santità sia una cosa che non ci riguarda, perché è troppo difficile e richiede una perfezione morale da cui siamo lontani. Continua a leggere

Il leone e l’agnello

SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

leoneGiovanni Battista mi piace perché è uno che ha il coraggio di dire, riferito a Gesù: «Io non lo conoscevo». Lui, il più grande tra i nati di donna, confessa di aver dovuto approfondire e, in un certo senso, modificare la sua conoscenza di Gesù. Si era fatto un’idea di lui, ma poi questa idea si è modificata a contatto con la realtà. Continua a leggere

Un cammino che fa per noi

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

dal-passo-gardena-in-alta-badiaLa parola «santo» suscita in noi un grande rispetto, ma anche una grande distanza. Dice qualcosa che è molto vicino a Dio, che ne ricopia in terra la perfezione. Dice una vita realizzata, la cui santità è stata riconosciuta dopo la morte, ma di cui si è avuta la percezione anche prima. Continua a leggere

Il dono della pietà

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Pecore«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono». Parla il Buon Pastore, Gesù. Ascoltare, conoscere, seguire. Manca il verbo amare, che però è il vero collante degli altri tre. Anzi, nella mentalità della Bibbia conoscere è amare, e amare sin nella profondità della carne, non superficialmente. Da questo punto di vista Gesù è il Pastore buono perché, per usare il linguaggio del libro dell’Apocalisse, ha saputo sacrificarsi come agnello. Gesù pretende di essere la guida sicura degli uomini e li invita ad avere piena fiducia in Lui – questo significa essere Pastore – perché per quegli stessi uomini ha dato la vita – cioè, è stato Agnello. Può chiedere di essere ascoltato e seguito, perché conosce, cioè ama, e ha dimostrato il proprio amore in modo pieno, «sino alla fine».

Tempo fa’, mentre giravo tra le case della parrocchia per la benedizione delle famiglie, mi avvicinò un uomo, il quale mi fece una domanda un po’ inconsueta. Continua a leggere