Gerico, luogo di incroci

TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – Daunei

Quello che accade a Gerico è l’incrociarsi di due movimenti di ricerca, di due sguardi: l’uno, quello di Zaccheo, che si è nascosto nel fogliame di un albero, perché è piccolo e forse solo curioso, vuole vedere Gesù senza essere visto da lui; l’altro, quello di Gesù, che non solo vede Zaccheo, ma vuole guardarlo in volto, e per questo lo invita a scendere perché ha deciso di invitarsi a casa sua.

Se Zaccheo non si fosse interessato a Gesù e non si fosse rifugiato sul sicomoro, forse Gesù non sarebbe andato a cercarlo a casa sua. Che bello! Gli incontri veri avvengono a metà strada: devi fare un passo incontro alla salvezza, devi uscire da te stesso se hai deciso di essere felice. Magari tu sei salito in alto per curiosare da lontano, ed ecco c’è uno sguardo e una voce che ti riportano in basso per incontrarti da vicino. La logica di Gesù non è: stai a vedere e poi magari vieni; ma: vieni e vedi, e poi magari stai.

A Gerico s’incrociano anche due moti di coraggio: Gesù è coraggioso ad andare a casa del capo dei pubblicani e Zaccheo non rifiuta, anzi è «pieno di gioia». Si direbbe che per trovare una accoglienza gioiosa, devi bussare alla porta di un pubblico peccatore! Anche Zaccheo è coraggioso a tirarsi in casa Gesù. Lui è pericoloso già solo ad incontrarlo sulla strada, ma lasciarlo entrare in casa è un vero rischio: e se poi ti chiede di cambiare vita? Se poi chiama in causa la tua libertà e non puoi più fare quello che vuoi?

Nella casa di Zaccheo, infine, s’incrociano due comportamenti inattesi. Ci saremmo aspettati il rimprovero di Gesù, pacato magari ma deciso, e non c’è: egli vuole incontrare Zaccheo, non sottoporlo a giudizio! Ed è inaspettata la conversione di Zaccheo, che non avviene a parole, ma con alcune coraggiose scelte di vita: ha proprio messo mano al portafoglio! Ecco, la salvezza nella casa di Zaccheo non arriva come una punizione: è l’incrocio tra la grazia divina e la disponibilità umana. Il guaio più grosso sarebbe stato esserci quel giorno a Gerico e finire ingabbiati dentro il… «tutti mormoravano», anonimo e insignificante. Davvero un peccato!

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2 thoughts on “Gerico, luogo di incroci

  1. A Gerico vi sono due sguardi e due comportamenti inusuali. Due sguardi: quello di Zaccheo che si è nascosto perché curioso e vuole vedere Gesù senza essere visto e quello di Gesù, che vuole guardarlo in volto andando a casa sua. Due comportamenti inattesi: non c’è il giudizio di Gesù verso il capo dei pubblicani, ma c’è la conversione di Zaccheo. Entrambi sono coraggiosi ed hanno molto rischiato; per Gesù il comportamento è naturale, ma è davvero grande il coraggio del piccolo Zaccheo. Noi, nell’individualismo corrente, non siamo disposti a rischiare, abbiamo paura del mormorio della gente e così abbiamo sempre minore disponibilità umana. Forse è proprio da un peccatore, dal piccolo Zaccheo, che possiamo imparare a rischiare per incrociare la grazia divina.

  2. Il vantaggio di essere piccoli e curiosi. Del resto è risaputo: se non diverrete come bambini….Zaccheo, l’ affarista astuto, si fa sgamare sull’ albero. È piccolo, curioso e ladro ma capisce subito l’ occasione che gli si offre. Forse all’inizio, è preso di sorpresa ma intuisce di non potersi tirare indietro: la salvezza è in casa sua e non può lasciarsela scappare. Apre subito, con larghezza, i forzieri e questo per un uomo d’ affari è proprio un bel segno.

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