Isaia, Giovanni e Maria

Vedi il video con la meditazione di don Agostino cliccando qui

(Foto AC) Le tre Cime di Lavaredo. Tre testimoni come Isaia,Giovanni Battista e Maria

Ho voluto unire in un’unica riflessione la seconda domenica di Avvento e la solennità mariana che la segue immediatamente.

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Dopo i dettati il riassunto e il tema!

(Foto AC)

Oggi è l’ultima puntata del tempo di Natale. Con il linguaggio della scuola, potremmo dire che, dopo i numerosi dettati, oggi è il momento di fare il riassunto. È come se dalla cattedra giunga la voce della maestra che dice: «Scrivete quello che avete capito della storia che vi ho raccontato».

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Gesù, il segno che compie l’attesa

TERZA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Lago Crespeina – Foto AC

Giovanni Battista è in carcere e ha sentito parlare delle opere di Gesù. Sarà lui il Messia atteso? «O dobbiamo aspettare un altro?». La risposta di Gesù è altrettanto perentoria: «Riferite ciò che udite e vedete».

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Isaia e Giovanni, frecce dell’attesa

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Tre Cime di Lavaredo – Foto AC

Il profeta Isaia è un uomo che spera, pur vivendo in un periodo di crisi che sembra insormontabile. Deluso dagli eventi più recenti, invita a gettare lo sguardo su un nuovo germoglio: i verbi sono al futuro, ma la novità verrà da un tronco le cui radici sono ben presenti nella storia del popolo che Dio si è scelto.

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Cercate il Signore mentre si fa trovare

BATTESIMO DEL SIGNORE – Anno B

Il senso del battesimo di Gesù è chiaro: da un lato sottolineare ancora di più l’incarnazione, visto che Gesù si mischia ai peccatori in un battesimo di penitenza nel Giordano; dall’altro essere l’occasione per la voce del Padre che proclama che Gesù è il Figlio di Dio. Continua a leggere

Che ci trovi in pace!

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO – Anno B

«Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace». Abbiamo sentito rivolto anche a noi questo monito, che segue quello di domenica scorsa. Non solo, giungendo all’improvviso, Gesù non ci deve trovare addormentati, ma vuole trovarci in pace e noi dobbiamo fare di tutto affinché ciò avvenga. La parola «pace» evoca tranquillità, serenità di rapporti, assenza di preoccupazioni. Continua a leggere

Storie di vigna…

VENTISETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

La vigna di Isaia e la vigna di Gesù hanno in comune una cosa: tradiscono le aspettative di chi vi ha speso tanto tempo e profuso tanto amore. «Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?», domanda per bocca del profeta Dio stesso, che poi a raccogliere i frutti manderà il figlio, che sarà barbaramente ucciso dai contadini. Continua a leggere

Fiducia nel disegno di Dio

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Il re Acaz e Giuseppe sono due personaggi profondamente diversi. Al primo viene detto di domandare un segno al Signore, ed egli si rifiuta: «Non voglio tentare il Signore», risponde. A Giuseppe viene invece richiesto di entrare nel mistero di Dio e di accogliere il segno dato gratuitamente da Lui, e Giuseppe «fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore». Ciò che accomuna il re dell’Antico Testamento e il giusto Giuseppe – distanti tra loro sette secoli – è proprio il segno. L’evangelista Matteo è chiarissimo: tutto quanto accade a Giuseppe è perché si adempisse la parola del profeta Isaia, proprio quella parola riferita ad Acaz: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Continua a leggere

La via della tenerezza

TERZA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Questa terza domenica di Avvento è conosciuta come domenica Gaudete, cioè «rallegratevi». Il Vangelo però ci porta dentro un carcere, ove è rinchiuso Giovanni Battista. Manda i suoi discepoli a fare una domanda a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù risponde richiamando una profezia messianica. Continua a leggere

Al di là delle apparenze: la bellezza

SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

Ecco altre due parole per il nostro cammino di Quaresima: «apparenze» e «bellezza». Sullo sfondo ce n’è una terza, che è quella che dà il nome a questa seconda domenica di Quaresima: «trasfigurazione». Partiamo dall’avvenimento di cui sono testimoni Pietro, Giovanni e Giacomo sul monte Tabor, noto appunto come trasfigurazione di Gesù: «Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante». Una visione? Una apparizione? Oppure semplicemente un sogno? Continua a leggere