Un Messia (e una Chiesa) agnello

SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Foto AC

Giovanni fa una confessione che ci suona un po’ strana. Dice di Gesù: «Io non lo conoscevo». Come è possibile? Erano parenti, Maria ed Elisabetta – le madri – si erano incontrate prima della loro nascita.

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Gesù, il segno che compie l’attesa

TERZA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Lago Crespeina – Foto AC

Giovanni Battista è in carcere e ha sentito parlare delle opere di Gesù. Sarà lui il Messia atteso? «O dobbiamo aspettare un altro?». La risposta di Gesù è altrettanto perentoria: «Riferite ciò che udite e vedete».

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Desiderio e dono

VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

La domanda che Gesù rivolge ai discepoli è sempre aperta. Conoscere i pareri che la gente ha su Gesù non è sufficiente. La domanda vera è rivolta a un voi, a un tu. Devi entrare in gioco, e magari rifiutare le dicerie su Gesù, andare oltre le immagini di copertina che cercano di ridurlo ad un aspetto interessante della sua personalità. Gesù ancora oggi è quello che ha detto Pietro: il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Continua a leggere

La via della tenerezza

TERZA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Questa terza domenica di Avvento è conosciuta come domenica Gaudete, cioè «rallegratevi». Il Vangelo però ci porta dentro un carcere, ove è rinchiuso Giovanni Battista. Manda i suoi discepoli a fare una domanda a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù risponde richiamando una profezia messianica. Continua a leggere

Il leone e l’agnello

SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

leoneGiovanni Battista mi piace perché è uno che ha il coraggio di dire, riferito a Gesù: «Io non lo conoscevo». Lui, il più grande tra i nati di donna, confessa di aver dovuto approfondire e, in un certo senso, modificare la sua conoscenza di Gesù. Si era fatto un’idea di lui, ma poi questa idea si è modificata a contatto con la realtà. Continua a leggere

Seconda Domenica del Tempo Ordinario. Ecco l’agnello di Dio…

La frase di Giovanni Battista ha trovato posto nel rito della Messa, proprio quando il sacerdote, alzando l’ostia, la presenta all’assemblea, dicendo chi è effettivamente Colui che si va a ricevere nella comunione: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo». Siamo abituati a sentire queste parole, ma ho il sospetto che non le comprendiamo. Ci colpisce l’immagine dell’agnello, che a noi dice istintivamente una dolcezza che commuove: che cosa c’è di più poetico di un agnellino da mettersi sulle spalle (come ha fatto qualche giorno fa’ papa Francesco)? Continua a leggere