Storie di vigna…

VENTISETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

La vigna di Isaia e la vigna di Gesù hanno in comune una cosa: tradiscono le aspettative di chi vi ha speso tanto tempo e profuso tanto amore. «Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?», domanda per bocca del profeta Dio stesso, che poi a raccogliere i frutti manderà il figlio, che sarà barbaramente ucciso dai contadini. Continua a leggere

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Lo stipendio dei figli

VENTICINQUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Eccola la parabola fastidiosa! Ci immedesimiamo sempre in quelli che hanno lavorato sin dalla mattina e prendiamo le difese della loro lamentela sindacale. Quando c’è da difendere la giustizia, l’arco è subito pronto; se poi il torto l’abbiamo subito noi e l’iniquo colto in fallo è addirittura Dio, allora la freccia è già tesa pronta a scoccare. Calma, la giustizia in senso stretto è rispettata (un denaro per un giorno di lavoro come pattuito), e il fastidio prodotto dalla ingiusta monetizzazione della fatica (lo stesso salario per ore diverse) deve spostarsi su un altro piano, che è quello della relazione tra gli operai della vigna: «Questi ultimi… li hai trattati come noi». Continua a leggere

Noi, popolo della vigna

VENTISETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

«Sarà dato (il regno) a un popolo che ne produca i frutti». Siamo noi quel popolo, ma la vigna – il regno – ha fruttificato? Il commento alla pagina evangelica di oggi potrebbe riassumersi in questa domanda e in un esame di coscienza. La vigna – cui si riferisce Gesù, ma anche il profeta Isaia – è una delle immagini più belle di tutta la Bibbia: è l’immagine del popolo scelto da Dio per trasformare la storia in storia di salvezza; ma è anche l’immagine della Chiesa, il nuovo popolo radunato da Cristo; ed è pure l’immagine del mondo stesso in cui, come su una scena destinata a passare, si svolge questa parentesi terrena, così importante perché è l’unico tempo utile per produrre i frutti. Continua a leggere

Questione di amore incarnato

VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Si sente talvolta dire: «Sono credente, ma non praticante». Che cosa vuol dire? Spesso significa soltanto: non vado a Messa tutte le domeniche. Ma sotto sotto si nasconde un problema più grande, che potremmo riassumere con una domanda: è possibile non praticare qualcosa in cui si crede? Lasciatemi andare ancora più in profondità nella mia domanda: che cosa significa credere? Già, perché la prospettiva cambia, se il credere non è un semplice credere qualcosa ma è il credere in qualcuno. Continua a leggere

Ventisettesima Domenica del Tempo Ordinario. Il popolo della vigna.

Siamo ancora nella vigna! È la terza domenica consecutiva che il Vangelo ha come scena una vigna: stavolta, accuratamente piantata e recintata, è affidata dal padrone a vignaioli che si dimostrano non solo incapaci di produrre frutti ma anche omicidi nei confronti dei servi inviati dal padrone e poi del suo stesso figlio. Facile cogliere il significato della parabola: Gesù è quel Figlio mandato dal Padre sulla terra, dopo che il suo popolo ha rifiutato il messaggio dei profeti, anch’egli rifiutato e ucciso dal popolo eletto che avrebbe dovuto accoglierlo. Continua a leggere

Ricomincia un anno: ecco il piano pastorale che vale sempre…

Chiesa di Ponzate vista da LipomoIl momento della ripresa. Le scuole hanno riaperto i battenti. C’è il solito profumo di speranza nell’aria, anche delle nostre parrocchie. Tutto ricomincia e – a costo di essere ripetitivo – è davvero inutile andare a cercare altri inizi desunti da pur nobili calendari. Gli orari delle famiglie sono dettati da quelli scolastici. Le feste patronali sono adesso, legate a Maria nascente, all’Addolorata o alla Vergine del Rosario. Qualcuno domanda: c’è un piano pastorale? Certo, arriverà. Continua a leggere