BATTESIMO DEL SIGNORE – Anno B
Il senso del battesimo di Gesù è chiaro: da un lato sottolineare ancora di più l’incarnazione, visto che Gesù si mischia ai peccatori in un battesimo di penitenza nel Giordano; dall’altro essere l’occasione per la voce del Padre che proclama che Gesù è il Figlio di Dio. Uomo e Dio: ancora una volta il mistero dell’incarnazione è messo al centro della nostra fede, e questa festività chiude il ciclo del Natale e ci introduce nel tempo ordinario per alcune settimane prima di entrare nel tempo della Quaresima e della Pasqua.
Le parole del profeta Isaia (nella prima lettura) ci aiutano a cogliere il senso del nostro battesimo, che non ha a che fare con il battesimo di Gesù, ma semmai con la sua vita, morte e risurrezione. Sembra di essere in un mercato in cui ciascuno grida la sua mercanzia e cerca di vendere i suoi prodotti. Dio propone l’essenziale: vino e latte, pane, cose buone, cibi succulenti. Dice una cosa che di solito al mercato ci convince ad acquistare: è gratis, si può prendere senza pagare. In effetti la vita che ci è stata data – anche il germe di vita divina che abbiamo ricevuto nel giorno del battesimo – è un dono immenso che non abbiamo pagato. Attenti però a non fraintendere: è un dono, la vita, che si paga con la vita stessa, che si traffica con la testimonianza quotidiana. Quindi richiede quell’impegno che si vive proprio nell’ordinario, nella vita di tutti i giorni.
Ascoltiamo, allora, l’invito del profeta: «Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino». Egli ci è vicino nella trama della vita di tutti i giorni e spesso si nasconde nella fatica della monotonia delle cose da fare. Bella l’espressione di Isaia: Dio «si fa trovare», basta che lo cerchiamo. Spendiamo lì il nostro denaro, per Dio e non «per ciò che non sazia». È ancora un appello a nutrire la nostra vita di desideri profondi, di una ricerca seria, di una testimonianza umana e cristiana capace di giocarsi nella quotidianità. Le festività natalizie, che ci hanno regalato tante belle occasioni di stare insieme soprattutto in famiglia, siano come la pioggia che irriga e fa germogliare il seme della nostra vita.
Dio ci accompagna nella “solita” vita, non consolata da convivii o commoventi riti (il presepio, i tradizionali canti natalizi…) con alcune certezze: Gesù è il figlio di Dio ( parola Sua), e Lui ( Dio) è vicino a chi lo cerca; la nostra vita riposa sul palmo della mano divina e prima di diventare nostra è stata benedetta da uno sguardo che sempre ci accompagnerà; ma uno sguardo amorevole di Qualcuno che è disposto a prendere su di sé il peso maggiore, la pena più lacerante. Sono certezze che la Parola ribadisce ad ogni occasione, canta e ricanta perché tutti – anche i più resistenti – possano comprendere e accettare, accettando in questo modo di essere finalmente beati, cioè felici.
Dio “si fa trovare” e proclama che al suo Figlio diletto posso guardare con fiducia, perchè mi ama nella mia fragilità. E allora posso ancora cercare, a ottant’anni, di nutrire la mia vita di desideri profondi e di serie rinunce. La mia testimonianza cristiana sta nell’oggi, perchè ieri è passato e domani non c’è ancora; nell’oggi sta l’ordinario, la quotidianità, e, come scrive don Agostino, “la fatica della monotonia delle cose da fare”.
La festività di oggi chiude il ciclo del Natale e ci introduce nel tempo ordinario. Siamo tristi perché dobbiamo smontare gli addobbi, togliere le luminarie, tornare al lavoro e alla fatica di ogni giorno? Per conto mio, sì, perché, come una bambina, amo il periodo natalizio.
Ma la festa di oggi è come una carezza di un papà che dice al suo bambino:”Vai a scuola, la festa è finita, ma ricordati che io ti voglio bene e rimango con te in ogni momento, soprattutto nei momenti più difficili e in cui potrai cadere e avere paura!”
In questo, credo, stia la misericordia di Dio, mostrarci il Figlio, renderci suoi figli e quindi fratelli, introdurci in una comunità di amore per non farci sentire soli. Tutto questo nel battesimo e nell’atto di pentimento, che può avvenire sempre, in ogni momento del percorso ma anche alla fine della vita ed è un dono gratuito, perché ci viene da un Papà