Colpo di testa 179 / La superstizione di Pompei e l’impronta del dolore

Corriere di Como, 13 ottobre 2020

In un mondo ipertecnologico come il nostro, sembrerebbe non esserci spazio per nozioni come “fortuna” o “iella” che sfuggono ad ogni verifica sperimentale o ad un serio controllo scientifico. Non per nulla nella mitologia dell’antica Roma la dea Fortuna era detta anche dea del Caso (la famosa Tyche dell’Olimpo greco), e anche “caso”, “sorte”, “destino” sono parole sospette alla mentalità dell’uomo moderno che si è liberato delle favole degli antichi. Continua a leggere

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Coscienze denutrite!

SESTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Siamo istintivamente portati a considerare negativamente la prescrizione contenuta nel libro del Levitico, che, di fatto, sancisce l’emarginazione dei lebbrosi. Dovremmo porre questo comando biblico nel suo contesto e considerare, ad esempio, l’impotenza dal punto di vista della protezione medica, in cui si trovava una società antica di fronte a gravi malattie infettive. Continua a leggere

Una domanda sempre aperta

DODICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

DSC_0307La domanda che troviamo posta da Gesù ai suoi discepoli è fondamentale. Ma nella sua prima formulazione – «Chi sono io secondo la gente?» – è una domanda poco impegnativa. In fondo, si tratta di riferire il pensiero degli altri su Gesù. La seconda formulazione, invece – «Ma voi, chi dite che io sia?» – è assai più impegnativa. Infatti, non si tratta più di riportare il pensiero della gente, ma di rispondere in prima persona. Ebbene, Gesù parte abilmente dalla domanda meno impegnativa, per giungere però a quella più stringente. Non solo. Una volta sondata l’opinione pubblica e avuta la risposta teologica di Pietro, Gesù invita a mettersi al seguito di quella risposta vivente e non solo a pronunciarla. Insomma, sembra che Gesù si metta nella linea – oggi tanto di moda – del sondaggio, ove ascoltando le opinioni di tutti ci si può fare una propria opinione, che magari coincide con una di quelle ascoltate (la più bella? la più emotiva? quella sostenuta dal personaggio preferito?) oppure le mischia in una versione originale che non scontenta nessuno. Continua a leggere

Il filo della pazienza

TERZA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

boccioli di anemone 1Due fatti di cronaca e una parabola compongono l’odierna pagina evangelica. Gesù prende spunto dai due fatti: Pilato aveva ordinato il massacro di un gruppo di pellegrini galilei – probabilmente rivoluzionari che lottavano contro il potere romano (zeloti) – mentre stavano compiendo il sacrificio nel Tempio; diciotto persone avevano perso la vita, sepolte sotto le macerie di una torre crollata improvvisamente. Poi racconta la parabola del fico sterile per mettere in guardia da un’errata interpretazione, secondo la quale, siccome Dio è giusto, se costoro sono morti in tal modo, significa che erano peccatori, e la loro tragica morte va letta come una punizione divina. Continua a leggere

Contro la malattia, la condivisione…

SESTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

EPSON DSC pictureC’è qualcosa di peggio che essere malati? Sì, essere emarginati proprio perché malati. La lebbra – soprattutto al tempo di Gesù, ma è un morbo che, purtroppo, esiste ancora – era una malattia, che segnava la vita di chi veniva colpito: la norma del libro del Levitico (che abbiamo ascoltato nella prima lettura) afferma chiaramente che i lebbrosi devono abitare fuori dalla città. Gesù, nell’episodio che ci è stato narrato oggi dalla pagina evangelica, non guarisce solo la lebbra, ma risana anche la piaga dell’emarginazione: guarendo quell’uomo, lo reintegra nella società. Continua a leggere

Autorità ed educazione

QUARTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

IMG_0372Gesù entra nella sinagoga e si mette ad insegnare. La sinagoga era il luogo ove nel giorno festivo – per gli ebrei era ed è il sabato – la comunità si ritrovava per ascoltare la Parola di Dio, che veniva poi commentata dagli scribi. Anche Gesù insegna, e lo fa in un modo che genera stupore. Il che può significare che gli scribi solitamente non stupivano affatto! L’evangelista Marco ci suggerisce qual è la differenza tra Gesù e gli scribi: egli insegnava «come uno che ha autorità». Ovvero: gli scribi ripetevano insegnamenti altrui e lo facevano in un modo che annoiava pure, erano dei ripetitori di messaggi senza partecipare veramente e personalmente a quel momento. Gesù, invece, insegnava con autorità, cioè non parlava di qualcosa che doveva dire in forza del suo ministero, ma metteva tutto se stesso nella trasmissione di quel contenuto. Continua a leggere

Esaltazione della Santa Croce. Croce abitata e… vuota

Il titolo dell’odierna festa ha bisogno di una spiegazione. La croce che ci portiamo al collo e che appendiamo al muro è stata per secoli uno strumento di supplizio atroce. Che cosa diremmo oggi se qualcuno parlasse di… esaltazione della sedia elettrica o girasse per strada con una piccola ghigliottina appesa al collo? È chiaro che l’esaltazione della croce non equivale affatto ad una approvazione del supplizio della croce. Continua a leggere

Tredicesima Domenica del tempo ordinario. La sofferenza, la fede, l’umanità…

Questo racconto evangelico è come una scatola che ne contiene un’altra: l’episodio che sta in mezzo crea una specie di attesa circa l’esaudimento della richiesta del capo della sinagoga con cui si apre il racconto. A dire il vero, la vita è così. Continua a leggere