Il titolo dell’odierna festa ha bisogno di una spiegazione. La croce che ci portiamo al collo e che appendiamo al muro è stata per secoli uno strumento di supplizio atroce. Che cosa diremmo oggi se qualcuno parlasse di… esaltazione della sedia elettrica o girasse per strada con una piccola ghigliottina appesa al collo? È chiaro che l’esaltazione della croce non equivale affatto ad una approvazione del supplizio della croce.
Che cos’è, allora questa croce che oggi esaltiamo? La Croce è un fatto storico di incalcolabile impatto sulla storia umana. La Croce si esalta in virtù di Colui che vi si è lasciato crocifiggere. La Croce si esalta perché sulla croce è salito consapevolmente il Figlio di Dio, Gesù Cristo. La Croce si esalta perché è una croce abitata dall’Unico che avrebbe potuto discendervi. Il pagano Celso, uno dei più acuti critici del cristianesimo, nel terzo secolo scriveva che «è indegno di Dio morire così». Esatto. Ma è Dio che ha deciso di morire così, e allora la Croce diventa non solo degna di Dio, ma una rivelazione, un suggerimento all’uomo perché possa capire chi è esattamente il suo Dio.
L’apostolo Paolo ci invita a fare nostro questo scandalo e questa stoltezza, perché solo nella Croce di Cristo c’è salvezza per l’uomo. Ecco perché la «esaltiamo», cioè la poniamo in alto, la mettiamo in risalto così che ogni uomo possa vederla. «Esaltare» è il contrario di «nascondere». Guai se il cristiano dovesse occultare la Croce di Cristo, toglierla dal suo annuncio, per paura di essere rifiutato dagli uomini! Naturalmente bisogna intendersi bene sul significato della Croce di Cristo. Cominciamo con il chiarire che non è affatto l’esaltazione del dolore e della sofferenza, che pure sono intrinsecamente connessi con la Croce. Certo che Gesù ha sofferto sulla croce, eccome, ma noi non esaltiamo affatto la sua sofferenza, così come non esaltiamo nessun’altra sofferenza umana. Dobbiamo stare molto attenti ad alcune forme di esaltazione del dolore che non hanno nulla di cristiano e che rischiano di allontanare invece che avvicinare al significato della Croce. Avvicinarsi ad un malato e dirgli che… è fortunato perché partecipa alla croce di Cristo, è una scorretta esaltazione della Croce, perché la sofferenza non è mai una benedizione, e la Croce non è il dolore, ma semmai il modo cristiano di affrontarlo.
Che cosa significa, allora, esaltare la santa Croce?
Significa esaltare l’amore di Colui che su questo strumento di supplizio ha accettato di morire, del Figlio che si è fatto obbediente per realizzare sino in fondo il dono del Padre. La Croce è esaltata dal Padre, perché il Figlio l’ha vissuta nell’amore e nel dono di sé. La Croce non legittima la sofferenza umana, ma attraverso la Croce Dio la condivide e ci insegna che l’amore è l’unico modo per viverla. Sulla croce Cristo non ama la sofferenza, ma soffrendo ama e ci insegna ad usare lo stesso metodo quando la sofferenza ci raggiunge. Sulla croce Gesù non idealizza la sconfitta, ma sconfitto ama e ci insegna che l’amore vince anche se confitto ad una croce e apparentemente sconfitto. Sulla croce Gesù non proclama la legge della rassegnazione, ma quella del perdono, che non nasce da un surplus di fatalismo, ma da un surplus di amore.
Ed ecco perché questa croce, abitata da Cristo, noi la esaltiamo… vuota. L’amore con cui Gesù è salito in croce è stato la forza sovrumana che lo ha risuscitato e non ha permesso che la morte vincesse sulla vita. La croce non porta più il corpo straziato del Signore, che, risorto, è asceso al cielo alla destra del Padre. Ma la croce è vuota perché continua a cercare gli innumerevoli sofferenti che vogliono, attraverso di essa, dare un senso al dolore attraverso l’amore. «Amico, io vado in cerca di una croce. Vedi, ho un Cristo senza croce, l’ho acquistato presso un antiquario. Mutilato e bellissimo. Ma non ha croce. Per questo mi si è affacciata un’idea. Forse tu hai una croce senza Cristo. Quella che tu solo conosci. Tutti e due siete incompleti. Il mio Cristo non riposa perché gli manca una croce. Tu non sopporti la croce, perché le manca Cristo. Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo. Ecco la soluzione: perché non li uniamo e li completiamo? Perché non dai la tua croce vuota a Cristo? Ci guadagneremo tutt’e due. Vedrai».
La ringrazio di questa bella meditazione sulla Croce. Io faccio parte delle Suore di carità della S. Croce, oggi per noi è una festa molto sentita perchè è la nostra identità (perdoni questo termine un po troppo pretenzioso perchè accettare la Croce e viverla non è semplice ci provo solo) , prego per Lei per il suo Ministero, con la sua benedizione la saluto. Sr. Anna Rosa
Una delle cose più belle che mi piace fare ogni giorno, è quella di pregare per chi ha una croce pesante da portare, così non si sentono soli e abbandonati. Se mi allontano da Gesù è come se camminassi verso il buio; ma se tengo vicino Gesù, soffrendo e amando, cammino verso la vita. E’ vero che la morte è un passaggio: io, come del resto chi crede e ha fiducia, sono affidata a Lui e quindi vivo, soffro, muoio con questa certezza di essere di Dio. Grazie.