Ascoltare, conoscere, seguire

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(Foto AC)

La quarta domenica di Pasqua è la domenica del Buon Pastore. A fondamento dell’immagine del pastore e delle pecore c’è una terna di verbi annodati l’uno nell’altro a formare una specie di formula vincente della vita.

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Salvezza, frutto dell’appartenenza

Passo San Lucio (Foto AC)

Ci sono tre personaggi nella storia che abbiamo ascoltato: il pastore, il mercenario, il lupo. A cui si aggiunge una sorta di personaggio collettivo: il gregge delle pecore.

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Prudenza e coraggio

DODICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Foto AC

Gesù ha appena paragonato i suoi discepoli a pecore mandate in mezzo ai lupi e li esorta a non avere paura. Perché?

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Pecore che non hanno pastore

UNDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Larciunei – Foto AC

Erano come pecore che non hanno pastore. Immagine stupenda, che però non dice più nulla all’uomo del XXI secolo.

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Io sono la porta

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Gesù pronuncia queste parole subito dopo aver guarito il cieco nato. Sono rivolte a quei farisei ciechi che credevano di vedere e invece non si arrendevano nemmeno di fronte all’evidenza. «Io sono la porta», dice Gesù. Siamo ancora una volta richiamati alla definizione che Gesù dà di se stesso nell’ultima cena: «Io sono la via, la verità e la vita». Continua a leggere

Colpo di testa 124 / Recinti evangelici, muri e protagonismi

Corriere di Como, 9 luglio 2019

I numeri dicono che la voglia di muri è aumentata. Quando cadde la Cortina di Ferro, se ne contavano 15, ora in tutto il mondo i muri sono 70 e altri 7 sono in costruzione. Ad averli contati e studiati è Elisabeth Vallet, docente di Geografia all’università canadese del Québec. Il presidente Trump l’ha citata per suffragare la sua decisione di costruire il muro con il Messico, ma sembra essersi dimenticato un particolare di non poco conto della ricerca della studiosa di Montréal, ed è la conclusione che i muri non funzionano, siano essi vere e proprie barriere o confini monitorati da droni, radar e satelliti. Continua a leggere

Ascoltare e seguire il pastore…

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

A noi sembrerebbe chiaro che uno si può seguirlo se si è capito perfettamente il suo programma. L’importante è capire, l’essenziale è capire e, a furia di ripeterlo, finiamo per crederci. E non ci accorgiamo che, con l’assillo di capire, abbiamo smesso di ascoltare e di fidarci e di seguire. Gesù non ha dubbi: il problema non è capire, ma ascoltare; ascoltare uno che ti conosce bene e seguirlo. Tu lo ascolti, ma per davvero, facendo tacere le tue pretese, lasciando cadere le tue perplessità. Lo ascolti ad orecchie aperte, a cuore disponibile. Continua a leggere

Colpo di testa 70 / Come pecore sparse tra mercenari e lupi

Corriere di Como, 1 maggio 2018

Finire nel gregge è considerata una sciagura per la mentalità individualista del nostro mondo post-moderno. E per certi aspetti lo è. Tanto è vero che, poi, coloro che si vantano di essere usciti dal gregge, nemmeno si accorgono che sono già finiti dentro un altro gregge, ancora più pericoloso proprio perché inavvertito. Nella nostra cultura radicata nel cristianesimo, l’immagine del gregge di pecore richiama «il pastore, quello bello» (andrebbe tradotta così l’espressione più comunemente nota come «il buon pastore»). E in effetti l’immagine evangelica oggi non piace. Continua a leggere

Un solo gregge, un solo pastore

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno B

Pietro – abbiamo ascoltato nella prima lettura un brano della sua predicazione – è davvero un discepolo di Gesù, quel Gesù che ci ha presentato il suo progetto in modo molto chiaro, usando un’immagine – quella delle pecore e del pastore – che forse non è facilmente comunicabile oggi, ma che bene descrive il rapporto che Gesù vuole istituire con noi. Continua a leggere

Il pastore, la porta, le vocazioni

QUARTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Questo discorso di Gesù che afferma di essere il buon pastore e si paragona alla porta del recinto delle pecore non fu compreso dai discepoli quando egli lo pronunciò («non capirono di che cosa parlava loro»). La Chiesa ce lo ripropone ogni anno nel tempo di Pasqua, perché è fermamente convinta che queste parole possano risuonare così in tutta la loro luce. Continua a leggere