VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Dopo la folla e dopo i giudei, sulla scena con Gesù al termine del lungo discorso del pane ora ci sono i discepoli. Chi sono? Alcuni – anzi, molti – che, avendo cominciato ad ascoltarlo, avevano preso a seguirlo per sentirlo ancora e per comprendere meglio.
Il discepolo è un testardo camminatore dietro a Gesù, uno che ascolta, uno che medita. Non si è discepoli di Gesù una volta soltanto, magari per caso: bisogna andare con lui e continuare a farlo. Invece, furono molti a smettere di seguirlo, a tornare indietro, perché giudicavano dura la parola di Gesù. Alcuni – anzi, molti – amano le parole molli e non sopportano le parole dure, amano i discorsi che camminano basso, alla stessa altezza delle proprie idee e convinzioni, e non sopportano i paradossi, le novità, i discorsi arditi che vanno oltre le ovvietà della religione costituita.
Invece, andando dietro a Gesù, quando ti accorgi che devi cambiare tu e non lui, quello è il momento in cui vai in crisi ma non torni indietro, però. Quanti sono i discepoli così? Sembra di capire che sono pochi, anzi dodici, titubanti anche loro, ma ancora lì, incollati al tallone del Maestro. E Gesù – come è duro questo Gesù – li provoca: «Volete andarvene anche voi?». Ecco la chiara risposta di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Ciò che differenzia Pietro – che sembra parlare a nome dei pochi rimasti – dai molti che si erano tirati indietro, non è la comprensione della parola dura di Gesù. Nemmeno Pietro ha capito il discorso del pane, anche lui lo considera ostico e difficile.
Il discepolo che se ne va e il discepolo che resta sono separati solo da un sottile decisivo slancio di fiducia nella persona di Gesù. Molti avevano preferito tornare indietro alle loro quattro nozioni, convinti che è meglio un passato sicuro piuttosto che un futuro incerto. Pietro invece confida che imparerà proprio stando con Gesù, perché sa che da solo non andrà da nessuna parte: egli è aperto su un futuro che non conosce, ma è sicuro che la parola dura di Gesù dona la vita. Per essere discepoli che attraversano la crisi ci vuole questo slancio…
I pochi di noi che non se ne vanno e restano “discepoli” hanno, come ben scrive don Agostino,” un sottile decisivo slancio di fiducia nella persona di Gesù “. In questo momento storico drammatico per la diffusione della pandemia e dei fanatismi, noi possiamo essere aperti su un futuro, che sempre meno conosciamo, soltanto se siamo sicuri che la parola di Gesù dona la vita…
Restiamo con Te, aggrappati al tuo mantello, alla Tua parola ( così viva, così ruvida). I nostri piedi sulle Tue orme perché Tu sei il sentiero e la meta.
È vero Anna, dobbiamo restare aggrappati alla Parola di Gesù, così scomoda, così ruvida e perciò così viva…