SESTA DOMENICA DI PASQUA – Anno C

Parole intense quelle che Gesù pronuncia nell’ultima cena. Tutte ispirate all’affetto profondo che lo unisce ai suoi discepoli nel momento in cui sta per affrontare la morte. Ecco perché nel cenacolo risuona una parola di conforto: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».
Gesù, proprio alla vigilia della sua morte, vuole che i suoi non siano turbati, vuole che siano in pace. «Ma non come la dà il mondo, io la do a voi» la mia pace! C’è pace e pace. La pace come la dà il mondo – e come spesso la intendiamo noi – c’è soltanto quando hai risolto tutti i tuoi problemi, quando sei finalmente tranquillo e sicuro, cioè… mai!
A pensarci bene, il mondo ha la pretesa di dare questa pace, ma non riesce a darla, perché è caotico e instabile, pur nel suo inesauribile progresso fatto di sempre nuove opportunità tecnologiche. La pace di Gesù, quella che egli dà ai suoi discepoli prima di andare incontro alla morte, è la rassicurazione che non sei solo ad affrontare i tuoi problemi, anche se non li hai risolti. Ecco perché questo dono della pace – come la dà Gesù – raggiunge la sua pienezza dopo la risurrezione: il Risorto si rende presente proprio con le parole: «Pace a voi!». E anche in quel momento – che poi è ogni domenica dopo la Pasqua di risurrezione – la pace non rappresenta affatto la risoluzione di tutti i problemi, ma l’inizio di un’avventura piena di problemi, in cui però lui, il Risorto, c’è e assicura la sua presenza attraverso il dono dello Spirito Santo, che accompagna perennemente la Chiesa e l’aiuta ad affrontare i suoi problemi.
Ce ne ha parlato la prima lettura, raccontandoci del primo concilio, quello di Gerusalemme, in cui la questione era il delicato rapporto tra le norme giudaiche e i cristiani che provenivano dal mondo pagano. A noi sembrerebbe che la Chiesa in pace sia quella descritta dall’Apocalisse (seconda lettura), quella Chiesa che una volta si chiamava «trionfante». Ma, se è vero che la pace donata da Gesù non è la quiete, la Chiesa in pace è proprio la nostra, quella che si dibatte nei suoi problemi, assistita però dallo Spirito di Cristo. La vera pace è… lo Spirito Santo e noi.
Il mondo con le sempre più avanzate tecnologie ci promette una pace effimera in un contesto sempre più caotico. La pace lasciataci da Gesù è un’avventura che vale la pena di essere vissuta, anche se difficile e sofferta, perché assistita nel quotidiano dallo Spirito Santo.
Sì, la pace donata dal Signore è un grembo che accoglie le vicende umane: è un dono e come tale va riconosciuto. Ma accogliere un dono significa accogliere colui che dona, tutto intero. La pace resta fuori da noi se restano fuori carità, verità, giustizia, benevolenza.Ogni vita in pace porta pace.