Chi se ne è andato e chi è rimasto

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

Dovrebbe esserci un contrasto tra chi se ne è andato e chi è rimasto. Sono entrambi figli, ma uno è rimasto col padre e l’altro no. Eppure, il vero pugno nello stomaco che questa parabola ci dà sta nel dover constatare che non c’è contrasto tra i due figli, sono uguali pur avendo fatto scelte diverse: hanno perso la fraternità tra di loro perché entrambi hanno frainteso la figliolanza con il padre.

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L’insensibilità e la condivisione

VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

È forte la tentazione di leggere questa parabola come una illustrazione della legge del contrappasso, la cui linea di demarcazione è la morte. Nella vita terrena Lazzaro ha avuto i suoi mali ed ora, nella vita eterna, gode la sua consolazione. Il ricco, invece, ha avuto i suoi beni sulla terra ed ora sta nei tormenti. Una visione molto semplice e comoda, che è spesso citata da chi vuole accusare il cristianesimo di essere un messaggio consolante che invita i suoi seguaci a sperare nell’aldilà chinando il capo supinamente alle traversie di quaggiù. Continua a leggere

L’olio della sapienza

TRENTADUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Questa parabola, raccontata oggi – magari come una delle tante finte “storie vere” di cui sono pieni i programmi televisivi – avrebbe avuto sicuramente un’appendice polemica per scoprire di chi è stata la colpa di tanto trambusto. State sicuri, che dal dibattito sarebbe risultato che il colpevole è lo sposo: arrivato in ritardo, è lui che ha creato una odiosa distinzione tra le dieci damigelle della sposa, ed è solo colpa sua se cinque sono rimaste fuori dal banchetto di nozze. Continua a leggere

Un invito, quattro risposte

VENTOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Un’altra parabola. Non è più la vigna il luogo simbolico richiamato da Gesù, ma un banchetto di nozze regali. Non una semplice festa per il matrimonio di due sconosciuti, ma la festa per il matrimonio del figlio del re. La parabola procede in modo paradossale e Gesù avrebbe avuto almeno due occasioni per farla finire prima. Invece no. Continua sino alla scena dell’invitato che non indossa l’abito giusto per la cerimonia e, quindi, viene escluso dalla festa. Continua a leggere

Papa Francesco e la «vignetta» del pugno…

«Ma lo sai che il papa ha invitato a dare un pugno?». «Ma no, impossibile! Non ci credo… uno mansueto come Francesco». «Te l’assicuro, sull’aereo parlando coi giornalisti… L’hanno detto anche al telegiornale». Ho rubato questa conversazione in rete, e ho scoperto che fare esempi per spiegare il proprio pensiero è pericoloso e si presta a qualche fraintendimento. Del resto, già alcune parabole di Gesù continuano da secoli ad essere lette fuori dal contesto, per cui sento dire che Gesù avrebbe difeso la disonestà degli amministratori che fanno affari loschi per salvarsi la pelle, e l’arroganza dei padroni che pagano salari iniqui agli operai, ma anche l’imprudenza dei pastori che lasciano novantanove pecore incustodite per cercarne una sola che si è smarrita. Sciocchezze. Continua a leggere

Trentatreesima Domenica del Tempo Ordinario. L’azzardo per il regno di Dio…

La liturgia odierna affianca alla parabola evangelica dei talenti l’elogio della donna contenuto nel libro dei Proverbi. Perché questo accostamento biblico? È abbastanza semplice rispondere: la donna forte e operosa rappresenta un esempio concreto della fedeltà dimostrata dai due servi che, nella parabola di Gesù, fanno fruttificare i talenti ricevuti. Che cos’è il talento? Continua a leggere

Venticinquesima Domenica del Tempo Ordinario. Una vita calma e tranquilla…

San Paolo invita a pregare «perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla», e Dio solo sa quanto ciascuno la desideri. Ma aggiunge anche: una vita «dignitosa e dedicata a Dio», e forse la nostra vita non è tranquilla proprio perché è poco dedicata a Dio. I nostri pensieri, le nostre attese, i nostri bisogni sono altrove e finiamo per servire un altro padrone, magari senza accorgercene più. Continua a leggere