Isaia, Giovanni e Maria

Vedi il video con la meditazione di don Agostino cliccando qui

(Foto AC) Le tre Cime di Lavaredo. Tre testimoni come Isaia,Giovanni Battista e Maria

Ho voluto unire in un’unica riflessione la seconda domenica di Avvento e la solennità mariana che la segue immediatamente.

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Gesù ha imparato ad essere figlio

(Foto AC)

Spesso di questa pagina evangelica si ricorda giustamente che è una sorta di anticipazione simbolica dell’ultima Pasqua di Gesù: il riferimento ai tre giorni dell’angoscia dei genitori alla ricerca del figlio smarrito anticipa il buio del sepolcro che sta tra la croce e la risurrezione.

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La benedizione di Capodanno

Bergsee – Foto AC

«Il Signore faccia risplendere per te il suo volto». Questo augurio, che la Chiesa propone come benedizione di ogni primo giorno dell’anno, non è per nulla scontato. Era molto comune nella religiosità antica pensare Dio proprio come uno che non ha volto, e questa percezione è ancora oggi presente in tante forme di spiritualismo, che, per definire Dio, lo allontanano dall’uomo, togliendogli tutto ciò che è troppo umano.

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La benedizione dei volti

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Foto AC

«Il Signore faccia risplendere per te il suo volto». È l’augurio più bello che possiamo ricevere all’inizio di un nuovo anno. Che Dio ti sia vicino, che ti mostri il suo volto, che ti sorrida!

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Giuseppe, uomo giusto

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Chiesetta del Passo Gardena – Foto AC

Possiamo immaginare come dovette sentirsi Giuseppe quando seppe che Maria, la sua promessa sposa, era incinta per opera dello Spirito Santo.

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Umanità e divinità di Gesù

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – Anno C

Gesù è stato adolescente. Da bambino si è fatto improvvisamente grande: così i genitori percepiscono l’adolescenza del figlio, come una improvvisa richiesta di autonomia, che genera angoscia.

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Educazione e preghiera

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – Anno A

La pagina evangelica ci propone ancora una volta la figura di Giuseppe, uomo di Dio aperto al sogno, ma soprattutto uomo che al sogno fa seguire azioni che corrispondono perfettamente alla volontà di Dio. Per due volte torna l’invito «Prendi con te il bambino e sua madre», e per due volte Giuseppe «si alzò, prese il bambino e sua madre». Quella di Giuseppe è una obbedienza attenta e docile che mette al centro il bambino e sua madre. Non dice nemmeno una parola, ma agisce con prontezza, nella notte stessa, senza aspettare il mattino. Continua a leggere

Fiducia nel disegno di Dio

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – Anno A

Il re Acaz e Giuseppe sono due personaggi profondamente diversi. Al primo viene detto di domandare un segno al Signore, ed egli si rifiuta: «Non voglio tentare il Signore», risponde. A Giuseppe viene invece richiesto di entrare nel mistero di Dio e di accogliere il segno dato gratuitamente da Lui, e Giuseppe «fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore». Ciò che accomuna il re dell’Antico Testamento e il giusto Giuseppe – distanti tra loro sette secoli – è proprio il segno. L’evangelista Matteo è chiarissimo: tutto quanto accade a Giuseppe è perché si adempisse la parola del profeta Isaia, proprio quella parola riferita ad Acaz: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Continua a leggere

I giorni del Natale nella luce di Cristo

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ GIUSEPPE E MARIA – Anno C

Nei giorni immediatamente successivi al Natale la Chiesa traccia un itinerario che, purtroppo, viene percorso da pochi intimi. Siamo immersi, intanto, nel trascorrere di una sola giornata che dura otto giorni, per cui continuiamo a ricordare l’evento dell’incarnazione come se fosse accaduto sempre oggi: da Natale fino alla solennità della Madre di Dio, il 1° gennaio, è come se il tempo si fosse fermato. Non è così, è andato avanti, ma c’è un punto fermo nella storia che la guida verso il suo traguardo, e siamo chiamati a mettere questo «punto» dentro ogni nostra azione feriale, così da santificarla. Continua a leggere

Colpo di testa 98 / Presepi, immigrati e furbate ideologiche

Corriere di Como, 18 dicembre 2018

Anche quest’anno in prossimità del Natale non sono mancate le polemiche sul presepe. Stucchevoli come sempre, perché nascono sul terreno dell’ideologia e dell’ignoranza. E fa ancora più specie trovare all’origine di queste polemiche preti o insegnanti, i quali dovrebbero avere il compito di istruire se non proprio di educare. Sono sempre più convinto che la libertà religiosa – un bene che deve essere garantito a tutti – si eserciti aggiungendo semmai un simbolo e non togliendone uno come il presepe, che non provoca alcun fastidio nemmeno a chi non è cristiano. Continua a leggere