MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

«Il Signore faccia risplendere per te il suo volto». È l’augurio più bello che possiamo ricevere all’inizio di un nuovo anno. Che Dio ti sia vicino, che ti mostri il suo volto, che ti sorrida!
Un Dio che ha un volto è un Dio umano, un Dio che posso incontrare. Non solo. Un Dio che il suo volto lo fa risplendere per me è un Dio che mi vuole incontrare nella sua umanità e non in una fredda lontananza. Guardiamo i pastori: andarono e trovarono tre volti, non un teorema. La verità splendeva nel volto di Maria e Giuseppe e soprattutto nel volto del bambino Gesù, adagiato nella mangiatoia. In un certo senso, i pastori realizzarono quell’antico augurio contenuto nel libro dei Numeri: nella stalla di Betlemme per loro il Signore fece splendere il suo volto.
Ripetiamocelo allora, iniziando un nuovo anno: la vita è questione di volti, da incrociare, da incontrare, da far splendere. Dio in Gesù ha fatto la sua parte, ora tocca a noi benedire con i nostri volti. Il Natale – quello che non è relegato al 25 dicembre ma che si prolunga nei giorni – è questa esperienza in cui un dono – quello che ci fa Maria, la madre di Dio – si trasforma in un compito che è affidato a noi: rendere attuale il volto di Dio, trasmettere il suo sorriso in una benedizione che continua. Si tratta proprio di «metterci la faccia», di far entrare in gioco la nostra vita nelle sue pieghe più quotidiane.
Fare gli auguri di «buon anno», allora, è tutt’altro che banale. Significa dire: «Il Signore faccia risplendere per te il mio volto». Dirlo e impegnarsi a farlo. Nei giorni in cui impazzano gli oroscopi, potremmo dire che il nostro anno inizia sempre sotto il segno di Maria, madre di Dio eppure rimasta umile creatura, che ci insegna a coniugare due verbi fondamentali per affrontare la vita: «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Le cose della tua vita – pensieri, esperienze, incontri – sono come tanti pezzetti di un mosaico, che rischiano d’essere frammenti insignificanti se non fai la fatica di metterli insieme in un disegno unitario che non hai progettato tu ma che ti viene donato. Anche noi custodiamo e meditiamo, come Maria.
L’incontro con Dio ( Dio bambino) avviene fra gente umile (anzi fra gli esclusi) non nello splendore del tempio: una lezione davvero, Dio facendosi uomo, e entrato nelle nostre storie e ci parla a nostra misura. È a portata d’occhi. Ci è vicino, non togliendoci il dolore e la fatica, ma vivendoli con noi. Lui assumendo i nostri pesi, noi la sua letizia e la sua pace. Divenendo come noi, ha dato a noi la possibilità di assomigliare a lui. Volti sorridenti, luminosi, volti di gente che spera e sa attendere, volti che dicono casa.
Ciao Don. Faccio mie le tue riflessioni per augurarti che nel 2023 anche tu possa continuare ad incontrare l’umano volto di Dio.
Grazie. Ricambio di cuore l’augurio.
LA BENEDIZIONE DEI VOLTI. Don Agostino nel libro TREDICI GIORNI; DA NATALE ALL’EPIFANIA scrive: “All’inizio di ogni nuovo anno la Chiesa ci propone una benedizione e la figura materna di Maria. La benedizione è in realtà il sorriso di Dio: il Signore faccia risplendere per te il suo volto” Faccio quindi gli auguri di “buon anno” a Don Agostino e a tutti i lettori del blog, sapendo che gli auguri significano “il Signore faccia risplendere per te il suo volto”