DOMENICA DELLE PALME – Anno A

«Va’ e ripara la mia casa che è in rovina!». Così si sentì dire san Francesco dal Crocifisso di San Damiano. Riparò la chiesa, ma si accorse che Gesù intendeva affidargli il compito di riparare una chiesa di persone, e riparare una chiesa di persone è più difficile che riparare una chiesa di sassi.
Serve fermezza e insieme tanta pazienza. Bisogna saper maneggiare un arnese strano, che con linguaggio cristiano chiamiamo «croce». Spesso identifichiamo la croce con una disgrazia o con una sofferenza particolarmente acuta. In realtà, nella lingua di Gesù la croce è già semplicemente il seguirlo, il mettersi faticosamente sulle sue orme.
Ecco perché in questa domenica che apre la settimana santa della Pasqua ci viene proposto il racconto della croce di Gesù. Anche per lui la croce è prima di tutto seguire un Altro, assecondare il progetto del Padre, fare la sua volontà. È una storia impegnativa che comincia nel cenacolo con l’istituzione dell’Eucaristia e prosegue nel Getsemani con la preghiera colma di angoscia, per poi dipanarsi nelle tappe dell’arresto, della condanna, della crocifissione e della sepoltura. Abbiamo ascoltato e rischiamo di esserci abituati a questa storia, che, a dire il vero, continua a ripetersi in forme diverse sin nei nostri tempi. Con la croce – cioè col suo fidarsi del Padre sino alla morte di croce – Gesù ha formato la Chiesa, ha dato vita cioè ad una comunità nuova che cammina nel mondo e che continua a seguire le orme di Gesù. Inciampando, cadendo, sbagliando… ma anche amando, soffrendo, aiutando. La croce continua ad essere segno della gloria di Cristo e strumento con cui ripara la Chiesa degli uomini e, attraverso di essa, l’umanità intera.
La croce è il filo misterioso che unisce la creazione al paradiso. Sentiamo dunque rivolta a noi la parola detta a san Francesco nella chiesa di San Damiano otto secoli fa’. Vediamo di mettere le nostri croci – cioè, innanzitutto, il nostro seguire insieme Gesù – a servizio di quest’opera di «restauro» della Chiesa, che riguarda prima di tutto me stesso. Ognuno lo riconosca oggi con umiltà…
La croce è lo straordinario albero che davvero ha le radici nella creazione e fiorisce amore e gioia nel mutare delle stagioni e della storia. Per ciascuno una croce e una fioritura. La croce è l’ abbraccio che ci unisce a Gesù e ci lega profondamente alla nostra personale storia. Non può essere un monile in un abbigliamento di dubbio gusto, ma un impegno e una chiamata.
Cerchiamo di seguire davvero Gesù. Per non sbagliare strada dobbiamo cercare di “restaurare” noi stessi!
DOMENICA DELLE PALME
Noi cerchiamo di seguire Gesù “inciampando, cadendo, sbagliando… ma anche amando, soffrendo, aiutando”. Anna ha ragione quando scrive che la croce è lo straordinario albero che ha le radici nella creazione e fiorisce amore e gioia nel mutare delle stagioni e della storia. Io aggiungo che la Domenica delle Palme, che dà inizio alla settimana santa, ci fa ben comprendere sia la pesante fatica che il luminoso orizzonte della croce… Don Agostino con la consueta chiarezza ci consola e scrive: “La croce è il filo misterioso che unisce la creazione al paradiso”