Inferno e paradiso, questione di sguardo

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Panorama dalla Töira (Pizzo Rossetto) – Foto AC

La parabola del ricco cattivo e il povero Lazzaro sembra invitare a leggere la storia secondo la «legge del contrappasso». Abramo stesso insinua che ci sarebbe una linea netta di demarcazione tra la vita terrena e la vita eterna: se si sono ricevuti mali nella prima si è consolati nella seconda, se si sono ricevuti beni si è tormentati.

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Arricchire verso Dio

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Lech Sant con le Odle (Foto AC)

Qoèlet è un personaggio della Bibbia, autore di un libro sapienziale che porta il suo nome. Il suo sguardo sulla realtà è forse segnato dal pessimismo, ma non lo si può accusare di avere torto. Egli legge l’incertezza, l’insicurezza che impedisce di usare e godere dei beni accumulati.

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Il balzo di Bartimeo

Arco naturale Stevia (Foto AC)

Impossibile non accostare l’incontro di Gesù con il cieco Bartimeo all’incontro con l’anonimo uomo ricco. Questi, chiamato a seguire, se ne andò via triste. Bartimeo, invitato ad andarsene, si mise entusiasticamente a seguire Gesù.

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Uno sguardo d’amore

(Foto AC)

Al centro del vangelo non c’è una parola di Gesù ma un suo sguardo, uno sguardo d’amore che si fissa su un uomo. Gesù ama il tale che gli è corso incontro e si è gettato in ginocchio davanti a lui, riconoscendolo come «maestro buono».

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Questione di sguardo

VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto AC – Vallunga

La parabola sembra invitare ad una palese lettura della storia secondo la legge del contrappasso, enunciata esplicitamente da Abramo in risposta alla richiesta di misericordia da parte del ricco. Ci sarebbe una linea di demarcazione tra la vita terrena e la vita eterna, oltrepassata la quale, se si sono ricevuti mali si è consolati, se si sono ricevuti beni si è tormentati.

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L’insensibilità e la condivisione

VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

È forte la tentazione di leggere questa parabola come una illustrazione della legge del contrappasso, la cui linea di demarcazione è la morte. Nella vita terrena Lazzaro ha avuto i suoi mali ed ora, nella vita eterna, gode la sua consolazione. Il ricco, invece, ha avuto i suoi beni sulla terra ed ora sta nei tormenti. Una visione molto semplice e comoda, che è spesso citata da chi vuole accusare il cristianesimo di essere un messaggio consolante che invita i suoi seguaci a sperare nell’aldilà chinando il capo supinamente alle traversie di quaggiù. Continua a leggere

La felicità del momento presente

DICIOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

La diagnosi fatta dal Qoèlet è perfetta. Sembra uno sguardo obbiettivo sulla nostra umanità, anche se si potrebbe accusarlo di essere un poco pessimista. «Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi; neppure di notte il suo cuore riposa». Continua a leggere

Colpo di testa / 46 Non per essere più ricchi, ma per avere più servizi

Corriere di Como, 24 ottobre 2017

Uno dei difetti più grossi della democrazia è di creare molta polvere. Domenica c’è stato un referendum consultivo regionale per l’autonomia. Ne sono sicuro. Mi hanno dato anche la ricevuta, con tanto di timbro della Regione Lombardia. Lo scrivo per segnalare un’evidenza. Non sto parlando di una consultazione folkloristica fatta sotto il gazebo (di che colore sia è ininfluente). Continua a leggere

Oltre il terreno…

VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

SemprevivoPossibile che l’evangelista Luca si sia dimenticato il nome di quell’uomo ricco, vestito bene e impegnato a divertirsi da mattina a sera? Ci informa che il mendicante si chiamava Lazzaro, ma non ci dice come si chiamava il ricco. Nessuna dimenticanza. Siamo di fronte ad uno dei paradossi della parabola, una traccia per comprenderla. Infatti, il nome è importante, dice tutta la dignità di una persona. Ebbene, quell’uomo è senza nome perché la sua logica di vita è senza dignità, ed è per questo che la sua esistenza terrena è destinata al fallimento eterno, all’inferno. Si badi bene: non perché ricco, mentre Lazzaro è povero, perché altrimenti il Vangelo proporrebbe a sua volta una logica perversa in cui è necessario essere indigenti e coperti di piaghe per guadagnare il paradiso; ma perché quel ricco ha usato male della sua agiatezza (per dirla con le parole di Gesù ascoltate domenica scorsa: non ha usato della sua iniqua ricchezza per procurarsi l’amicizia di Lazzaro), è diventato schiavo dei suoi beni e totalmente insensibile alle necessità del prossimo. Continua a leggere

Ventiseiesima Domenica del Tempo Ordinario. La ricchezza che non fa vedere…

Se dovessimo fare un’indagine circa gli «oggetti» più importanti di una casa, scopriremmo che sono due: il frigorifero ed il televisore. Essi ci portano in casa ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci al sicuro. Non lo dico quasi a suggerire che si tratti di una cosa cattiva. Eppure si tratta di «oggetti» che rischiano di darci una sicurezza… insicura, sempre instabile. Il frigorifero riempie la pancia, il televisore riempie la testa. Entrambi riempiono, al punto che non c’è più posto per nient’altro. Continua a leggere