Se dovessimo fare un’indagine circa gli «oggetti» più importanti di una casa, scopriremmo che sono due: il frigorifero ed il televisore. Essi ci portano in casa ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci al sicuro. Non lo dico quasi a suggerire che si tratti di una cosa cattiva. Eppure si tratta di «oggetti» che rischiano di darci una sicurezza… insicura, sempre instabile. Il frigorifero riempie la pancia, il televisore riempie la testa. Entrambi riempiono, al punto che non c’è più posto per nient’altro. Questo è il vero rischio. Che c’entra questo con la Parola di Dio che ci è stata proposta oggi? C’entra. Solo con il frigorifero ed il televisore, entrambi pieni, si rischia di finire nella categoria di persone descritta dal profeta Amos, da cui egli ci mette in guardia: «Guai agli spensierati e a quelli che si considerano sicuri». Soprattutto si rischia di assomigliare all’uomo ricco della parabola raccontata da Gesù. Non si dice affatto che fosse malvagio e violento. La ricchezza – di un frigorifero sempre pieno e di un televisore sempre acceso, diremmo noi oggi – lo aveva reso distratto a tutto quanto non fossero le sue preoccupazioni. Non era cattivo, ma era diventato cieco e sordo. Non si accorgeva del povero Lazzaro, che pure «stava alla sua porta», e dei problemi che assillavano la sua vita di persona indigente. Non era cattivo, eppure andò all’inferno «tra i tormenti», mentre Lazzaro «fu portato dagli angeli» in paradiso. Uso queste due parole – che oggi si utilizzano poco, anche in chiesa – per la comodità di farmi capire, un po’ come fa Gesù, raccontando il dialogo impossibile tra il ricco e Lazzaro. Avrete notato che, quando entrambi vivono su questa terra, i due non si incontrano e non parlano, perché il ricco nemmeno lo vede il povero Lazzaro, che pure «stava alla sua porta». Quando entrambi sono morti e vivono nell’aldilà, il ricco finalmente vede Lazzaro: «alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui». Li avesse alzati quei benedetti occhi quando Lazzaro gli era molto vicino e non c’era nessun Abramo a fare da schermo in mezzo! Avrebbe potuto vedere le sue piaghe e prendersene cura, oppure anche solo aumentare le briciole che cadevano dalla sua tavola e sfamare quell’uomo. Invece, i suoi occhi erano… incollati al televisore, diremmo noi oggi. Aveva altro da fare, era troppo preoccupato dei suoi problemi per accorgersi di Lazzaro. A proposito, avete notato che Gesù nel raccontarci questa parabola, dimentica di dirci il nome del ricco? Lo fa apposta. Non ha nome – cioè non ha una dignità umana – chi vive chiuso in se stesso. Lo so che per il mondo è esattamente il contrario: mette in prima pagina il nome del ricco e lascia senza nome il povero che sta alla sua porta. Ebbene, la logica di Dio è esattamente l’opposto: dà un nome al povero, lascia senza nome il ricco.
Quando vede Lazzaro, comunque, anche il ricco sente il bisogno di un contatto. Stavolta è la sua lingua arsa dal fuoco che ha bisogno di una punta del dito di Lazzaro intinto nell’acqua. Oh come sarebbe stato meglio che, in vita, la sua lingua avesse leccato le piaghe di Lazzaro, sostituendosi a quella dei cani! Ora quel contatto non è più possibile. Doveva pensarci prima quando, invece, viveva da spensierato e buontempone.
Che quel ricco non fosse cattivo lo dimostra il fatto che gli stanno a cuore i suoi fratelli. Se Lazzaro non può lenire la sua lingua, può almeno andare ad ammonire severamente i suoi fratelli a non vivere anch’essi da spensierati e buontemponi. La risposta che troviamo nella parabola è chiara: non c’è bisogno di visioni e apparizioni, perché c’è un Lazzaro nascosto in ogni pagina della Bibbia, in ogni insegnamento della Chiesa. Basta non essere pigri e distratti, e ascoltare.
Quando mi domandano a che serve venire in chiesa a Messa tutte le domeniche, invece che andarsene a spasso o starsene a dormire fino a tardi, rispondo sempre dicendo che uno dei vantaggi sicuri del “perdere” tre quarti d’ora alla settimana per venire qui è quello di sentirsi ripetere proprio quelle cose che il ricco si preoccupava udissero i suoi fratelli, distratti come lui. Il radunarci qui è uno strumento di memoria settimanale: se stai a casa, la Parola di Dio e della Chiesa non la senti, e la tua distrazione diventa ogni giorno sempre più grande.