La creatività dell’amore

Timo serpillo in cammino sul Seceda (Foto AC)

Nicodemo era andato a trovare Gesù di notte. Era un capo dei giudei, e forse non voleva esporsi troppo, e quindi scelse le tenebre per andare a parlare con Gesù.

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Manca la parola «amore»…

Lago di Carezza – Foto AC

Dopo due parabole – quella delle vergini e quella dei talenti – Gesù ci regala un grande affresco. Il titolo che gli è stato dato – giudizio finale – rischia di sviarci.

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So che sei un traffico di amore!

Sassongher – Foto AC

La parabola dei talenti si capisce nel colloquio drammatico tra il padrone e il servo, che aveva ricevuto un talento e lo aveva sotterrato e ora lo restituiva.

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Amore, autostrada a tre corsie

Foto AC

Tutto è inutile, se manca l’amore. Lo dice Gesù al dottore della Legge, che era convinto fosse necessario osservare 613 precetti per essere a posto con Dio.

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La Trinità non è una formuletta

SANTISSIMA TRINITA’ – Anno A

Tramonto sul Sella – Foto AC

Nicodemo era un fariseo che faceva parte del sinedrio. Intuì che in Gesù c’era qualcosa di misterioso, che riguardava la sfera del divino, e andò da lui di notte per incontrarlo e dialogare.

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Solo l’amore vede

SESTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Foto AC

Gesù proclama il primato dell’amore sull’obbedienza: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti». È un’affermazione che rivoluziona la stessa pedagogia, facendone l’arte della educazione dove è decisivo il legame che un maestro istituisce con i suoi discepoli.

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L’ardore di Maria di Magdala

DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE

Foto AC

La luce della risurrezione che viene a chiarire il cammino della croce ci mostra la pienezza dell’amore di Dio manifestato nel suo Figlio via, verità e vita. Guardiamo Maria di Magdala il mattino di Pasqua al sepolcro. Gli apostoli arrivano dopo, sono come convocati da quella donna.

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Lei «quando era ancora buio» è già lì a cercare. Che cosa cerca? Cerca la vita, cerca Gesù. Crede di poterlo trovare in un cimitero, ma la vita ne è già venuta fuori. È commovente Maria che si sente derubata del corpo di Gesù: le hanno portato via il Signore, e lei si sente disorientata. Maria è mossa dall’amore e infatti sarà la prima a vedere il Risorto.

Solo l’amore sa vedere l’evento della risurrezione. Pietro e Giovanni arriveranno al sepolcro, constateranno che è vuoto e torneranno via di corsa, come di corsa erano venuti: «non avevano ancora compreso». Maria resta, soffre la pena dell’amore: per forza, le hanno rubato il Signore! Quanto calore in questa esclamazione! Spesso noi siamo freddi e aridi. Constatiamo. Verifichiamo. Dubitiamo. Maria non considera, desidera. Desidera che gli diano indietro il suo Signore. È mossa unicamente da un grande amore. Finché il Signore non manca alla nostra vita come manca a Maria, ci è difficile fare l’esperienza dell’incontro con il Risorto.

Non so che cosa ci ha mossi stamattina a venire qui in chiesa. Può darsi che sia solo una buona consuetudine pasquale o domenicale. Una consuetudine che assomiglia ad un’abitudine, ed è un’abitudine che va sempre più scemando in questi anni. A me interessa di più capire che cosa ci muove, quando andremo via di qui dopo la Messa. Se è la stessa consuetudine che ci ha portati qui, statene certi che la Pasqua si ferma qui in chiesa e fuori suonano solo le campane.

Dobbiamo prelevare da questa liturgia pasquale l’ardore di Maria, portarlo nelle nostre case; dobbiamo aggiungere, come sale che dà sapore ai nostri giorni, il desiderio di vivere da discepoli del Risorto nella trama della vita quotidiana, la voglia di tornare qui domenica prossima. In una parola, ci muova l’amore e sia carburante per la nostra vita.

Una giustizia che non misura

SESTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Testata della val Chedul – Foto AC

Il discorso della montagna di Gesù, se lo intendiamo male, rischia di essere inteso come un pesante zaino da portare sulle spalle verso una vetta irraggiungibile.

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Quando l’amore prende il potere

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – Anno C

Ogni volta che l’anno liturgico si chiude, siamo invitati a celebrare questa festa dal nome strano. Non solo perché il riferimento ad un re è anacronistico. Ma soprattutto perché i vangeli ci presentano Gesù tutt’altro che come un re, e la scena che ci è stata appena offerta non si direbbe descrivere la morte di un re, e per giunta re dell’universo, crocifisso in mezzo a due malfattori.

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La mano del papà

DICIASSETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto di skalekar1992 da Pixabay

Uno dei discepoli rivolge a Gesù una domanda importante: «Signore, insegnaci a pregare». Forse dipende dal fatto che quel discepolo aveva appena visto Gesù pregare, e la cosa lo aveva affascinato. Inoltre, la domanda è posta nel modo giusto: «Insegnaci a pregare».

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