L’attesa del Dio degli istanti

Vedi il video con la meditazione di don Agostino cliccando qui

(Foto AC) Autunno sul Sassolungo

«Adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti». Lo scriveva Paolo alla comunità cristiana di Roma. Queste parole mi suscitano tre atteggiamenti che generano altrettante domande.

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L’intelligenza e i giorni cattivi

Aiuola di Silene Acaulis (Foto AC)

Mi incuriosisce e insieme mi stupisce la notazione di Paolo che ci consiglia di fare molta attenzione al nostro modo di vivere, «facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi». Continua: «Non siate sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore».

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Lasciano perché hanno trovato

Bellagio – Foto AC

«Il tempo è compiuto» vuol dire che non c’è più tempo e che le cose non hanno più valore? Sembrerebbe di sì, a dar retta alle parole di san Paolo che danno la sensazione di voler togliere valore ai beni del mondo, perché «il tempo si è fatto breve».

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Gesù, pienezza della divinità

SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A

Foto AC

San Paolo non c’era sul monte Tabor ad assistere allo spettacolo della trasfigurazione di Gesù. Eppure, scrivendo ai Colossesi, enuncia in modo perfetto quello che Pietro, Giacomo e Giovanni videro sul monte: «È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità».

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Prendi il largo!

QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Isaia, Paolo, Simon Pietro. Tre personaggi diversi accomunati dalla chiamata di Dio. Isaia lo vide – così egli confessa – «seduto su un trono alto ed elevato» e si sentì perduto, perché i suoi occhi avevano visto il re, nonostante «un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito». Paolo racconta di essere stato «ultimo fra tutti» a godere dell’apparizione di Gesù morto e risorto, «come a un aborto», cioè come a uno la cui vita non conta nulla. Continua a leggere

Quando fuori è ancora buio!

QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Domenica scorsa il Vangelo ci aveva raccontato la prima parte della giornata di Gesù: la mattina era andato nella sinagoga ad insegnare. Ora l’evangelista Marco ci informa circa il seguito. È come se volesse raccontarci una giornata tipo di Gesù: dopo l’insegnamento, la guarigione dei malati e la preghiera. L’ordine cronologico e logico della giornata vede, però, al primo posto proprio la preghiera, che Marco ci racconta per ultima, dicendoci però che «si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava». Continua a leggere

Buon anno… da figli

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Spero non vi siate dimenticati la poesia di Natale: «Oh se potessi, Gesù Bambino, farti dormire nel mio lettino; da questa grotta portarti via, là nel calduccio di casa mia! Ma nel mio cuore una voce dice che tu domandi una cosa sola: non la mia casa, non il mio letto, ma solo un cuore pieno d’affetto. Se questo chiedi, questo ti dono con la promessa di essere buono». Potremmo iniziare l’anno proprio con questo dono a Gesù Bambino: la promessa di essere buoni. Se «buon anno» vuol dire «prometto di essere buono», allora ha un senso ripetercelo tante volte in questi giorni che inaugurano un nuovo anno civile. Continua a leggere

La vita e i talenti

TRENTATREESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

In tempi di crisi finanziaria mondiale questa parabola di Gesù merita una spiegazione supplementare. Non è affatto un invito all’azzardo o alla ricerca di un profitto scriteriato, anche se il poveretto che aveva ricevuto un solo talento si sente dire dal padrone che avrebbe dovuto affidare il suo denaro ai banchieri per poter ritirare il versato con gli interessi maturati. Continua a leggere

I danni del fariseismo

TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Sembra di capire che Gesù ce l’ha con gli scribi e i farisei. In verità, Gesù non ce l’ha con nessuno in particolare. Semmai, intende mettere in guardia da un atteggiamento in cui più facilmente possono cadere i farisei, cioè persone che di per sé sono scrupolose nell’osservanza dei comandamenti. Ciò che dice Gesù, quindi, ci riguarda. Egli, infatti, sta prospettando i rischi che possono correre – diremmo noi oggi – quelli che vanno in chiesa tutte le domeniche. Quali sono questi rischi? Continua a leggere