Il cuore che affiora sulla bocca

Arcobaleno dei primi Vespri dell’Epifania 2014 (Foto AC)

L’occhio, il cuore e infine la bocca. Le parole di Gesù sembrano tracciare un percorso interiore, tutto proteso al bene, al bene vero che non è quello delle tante foglie di un albero ma dei suoi frutti. Vi è come una tensione nel discorso di Gesù, che è un alternarsi di immagini e di proverbi di cui non possiamo qui seguire la ricchezza.

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La terza via

Odle (Foto AC)

Gesù, con il consueto linguaggio paradossale, sta parlando di qualcosa che ci riguarda. È l’esperienza del male ricevuto, dell’inimicizia che si traduce concretamente nella violenza, nella calunnia, nell’isolamento. È stato scritto che il male talvolta è talmente banale da superare ogni limite di disumanità.

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Lasciate che crescano insieme

SEDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Lai Blau – Foto AC

Questa parabola non riguarda i terreni in cui il seme viene seminato. Siamo sicuri che il seme finisce in terra buona, ma vi sono come due seminatori, uno che lavora alla luce del sole, l’altro «mentre tutti dormivano».

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Voler bene secondo Dio…

VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Il dialogo tra Gesù e Pietro è pieno di affetto reciproco. Pietro, che ha appena riconosciuto che Gesù è il Figlio del Dio vivente, gli vuole bene e non può accettare che dica certe cose. Gesù, a sua volta, vuole bene a Pietro e proprio per questo deve ricordargli che il suo posto è dietro a lui, non davanti a lui: è il Figlio di Dio che traccia il cammino, non il suo discepolo. Continua a leggere

Primavera ed estate

SEDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Questa parabola non riguarda i terreni in cui il seme viene seminato. Siamo sicuri che il seme finisce in terra buona, ma vi sono come due seminatori, uno che lavora alla luce del sole, l’altro «mentre tutti dormivano». Chi sono? Se lo domandano subito gli ascoltatori. Immaginano che il primo sia Gesù, buon seminatore. Ma chi è l’altro? La domanda resta aperta, e la parabola va avanti. Spuntano grano e zizzania e spuntano anche servi solerti che scoprono la doppia seminagione. Continua a leggere

Colpo di testa 121 / Il ragazzo sul cavalcavia e l’istinto del bene

Corriere di Como, 18 giugno 2019

Venerdì scorso, molto presto, lungo la Tangenziale Est esterna di Milano, un camionista romeno che stava trasportando mozzarelle di bufala ha incrociato un diciannovenne penzolante da un cavalcavia. Una situazione inaspettata. Gabriel aveva ancora poco tempo per consegnare il suo prezioso carico proveniente da Salerno, e si vede bloccato sull’autostrada da un inconveniente che rischia di rovinargli il lavoro. Continua a leggere

Colpo di testa 115 / La banalità del male e il mondo dei morti

Corriere di Como, 30 aprile 2019

Il caso di Manduria è davvero un episodio della banalità del male. Di un male stupido, che nella sua apparente inutilità è, però, capace di ferire e di uccidere. Antonio Stano, pensionato di 66 anni, è morto per estrema prostrazione e per colpevole abbandono, prima ancora che per le violenze subite da un branco di bulli, che agiva indisturbato da molti mesi. Spettrale anche la scena del suo funerale, voluto in forma privata dai familiari dell’uomo e celebrato in una chiesa diversa da quella prevista. Continua a leggere

La nostra… «battaglia del grano»

SEDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Il Vangelo continua a proporci parabole. Si parla ancora di campi e di sementi. Mentre la parabola del seminatore dava per scontata la bontà del seme e, semmai, aveva da ridire sui terreni in cui cade, ecco che ora Gesù si riferisce chiaramente a due diversi tipi di semi che possono finire nel terreno buono, quello destinato a produrre. La parabola ci parla, infatti, di «un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo», e, subito dopo, del suo nemico che durante la notte «seminò della zizzania in mezzo al grano». La zizzania è una specie di loglio, un’erba cattiva che cresce nei campi di cereali. Continua a leggere

Cose buone, cose belle, cose vere…

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

2013-03-21 14.25.14Ci si scambiano gli auguri, oggi. «Buon Anno», si dice. Ma da cristiani, oggi, Ottava di Natale, potremmo ancora ripetere: «Buon Natale». E, in fondo, per un cristiano queste due forme augurali coincidono perfettamente: la bontà del tempo dipende tutta e soltanto dal fatto che questo tempo è abitato da Dio. Abitato non in un modo simbolico, ma carnale. Il nostro tempo è abitato da un uomo che è Dio, perché «il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi».

Ci auguriamo cose belle e cose buone, in questi primi giorni dell’anno nuovo. C’è chi quest’anno si sposerà e formerà una nuova famiglia. Continua a leggere

È il tempo di una bio-estetica…

Una lettrice del blog – che sta leggendo anche il mio libro L’albero della vita – mi ha posto una domanda intelligente circa la ricaduta pedagogica e pastorale del cambiamento di paradigma che io propongo come necessario nel mondo di oggi. Detto molto semplicemente: tu (che sarei io) sostieni che bisogna percorrere la via della bellezza e del desiderio, mentre per secoli abbiamo battuto quasi unicamente la via della conoscenza e della morale; ma che cosa significa concretamente? che dobbiamo abbandonare il vero e il bene per gettarci sul bello? e come si fa? Continua a leggere