VENTISETTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
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(Foto AC)
Dire «siamo servi inutili» (secondo alcune traduzioni: «siamo semplicemente servi») ci costa una grande fatica, soprattutto in un mondo in cui l’autostima è un valore unanimemente perseguito. Pronunciarlo dopo aver magari svolto il nostro compito scrupolosamente è ancora più difficile.
VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
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Panorama dalla Töira (Pizzo Rossetto) – Foto AC
La parabola del ricco cattivo e il povero Lazzaro sembra invitare a leggere la storia secondo la «legge del contrappasso». Abramo stesso insinua che ci sarebbe una linea netta di demarcazione tra la vita terrena e la vita eterna: se si sono ricevuti mali nella prima si è consolati nella seconda, se si sono ricevuti beni si è tormentati.
Qualcuno lo ha definito «corrotto». C’è chi ha minimizzato e si è accontentato di «infedele». Cercando di imitare lo stesso sguardo di Gesù, io lo chiamo amministratore «astuto».
Cadendo in domenica il 14 settembre, prevale la Festa della Esaltazione della Santa Croce sulla domenica del Tempo ordinario. Ecco una breve meditazione sul significato di questa festa.
Crocifisso spirante, opera della scultrice Edith Lardschneider di Selva Gardena (Foto AC)
Due parole sull’origine di questa festa. Essa cade nel giorno anniversario della dedicazione di due basiliche – il Martyrium e l’Anastasis – che Costantino volle edificare a Gerusalemme per ricordare la passione, morte, sepoltura e risurrezione di Cristo.
VENTIQUATTRESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
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Capita anche a noi di pentirci del male che avevamo minacciato di fare? Ad ascoltare il racconto di Mosè, è capitato anche a Dio: vorrebbe accendere la sua ira verso il popolo che gli aveva voltato le spalle. Mosè invece ne prende le difese e invita Dio a ricordare le sue promesse.
VENTITREESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
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Doronico dei macereti (Foto AC)
A me pare che ci sia un po’ di confusione nella pagina evangelica. Ho capito che bisogna mettere Gesù prima di qualunque altro affetto, addirittura prima della propria vita. Il verbo del discepolo è rinunciare.
Sarà disponibile nei prossimi giorni il nuovo libro di don Agostino Clerici, una perla senza collana…
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Nei prossimi giorni sarà disponibile un nuovo libro di “L’essenziale è visibile” tra le “perle fuori collana”.
Il titolo è semplicemente BARTIMEO, il cieco di Gerico guarito da Gesù, quello che «lo seguiva lungo la strada».
L’analisi del testo evangelico di Marco e le riflessioni dell’autore precedono il racconto di Bartimeo, in prima persona.
Al termine c’è la postfazione di Nicola D’Antonio, sino a pochi giorni fa’ preside del Liceo Paolo Giovio di Como.
AGOSTINO CLERICI, Bartimeo. La strada, L’essenziale è visibile, Como 2025, pagine 80, euro 10.00.
I libri pubblicati da “L’essenziale è invisibile” sono tutti disponibili e possono essere richiesti direttamente a me, utilizzando la mia mail: agostino.clerici@gmail.com
VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
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Foto AC
Oggi siamo diventati più sofisticati e la prima parabola Gesù non avrebbe potuto raccontarla, perché è subentrata una nuova figura nella festa di nozze: il wedding planner.
La data del 28 agosto ricorda il giorno della morte ad Ippona del vescovo Agostino. Correva l’anno 430. Sarebbe interessante entrare nella difficile situazione di quelle ultime settimane con i Vandali di Genserico che, dopo aver attraversato il mare dalla Spagna – non solo i soldati ma un’intera popolazione – cingevano d’assedio Ippona. La città non cadde se non dopo la morte di Agostino nel 431. Possidio mise in salvo ciò che il vescovo aveva lasciato di suo: la biblioteca. Libri che erano già stati copiati e che continueranno ad essere copiati sulla pergamena e poi sulla carta e poi stampati. Un tesoro, l’unica eredità di Agostino, nato a Tagaste il 13 novembre 354 e morto ad Ippona il 28 agosto 430.
Voglio riportare una parte dell’introduzione ad uno dei miei primi libri, che racconta la storia del mio incontro con Le Confessioni di sant’Agostino, un libro che ho tenuto tra le mie mani e che continuo a leggere e consultare.
«Salvezza» è una parola in cui è facile inciampare oggi, pur in contesti diversi tra loro. La sento spesso al telegiornale, quando parlano di «salvataggio». Sono contento quando sento che alpinisti o escursionisti sono stati salvati da guide che hanno magari rischiato la loro vita.