L’unica cosa di cui c’è bisogno

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La roccia e la bellezza (©Foto AC)

«Di una cosa sola c’è bisogno». Gesù lo dice a Marta che «era distolta per i molti servizi». Distolta da che cosa? Distolta dall’ascolto della parola di Gesù, che invece è la parte scelta da Maria. Le due sorelle di Betania, così, senza volerlo, sono diventate – per noi che amiamo le scene in bianco e nero – il simbolo del conflitto tra fare e pensare, o meglio tra azione e contemplazione.

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Fammi vedere il tuo armadio

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Qualche volta il fotografo è aiutato dalla fortuna. Passa una farfalla e si posa sul giglio martagone (© Agostino Clerici). Mi piace intravedere in questo scatto la bellezza dell’amare Dio e il prossimo.

Immaginiamo un bel armadio con le cose riposte ordinatamente sui ripiani. Il dottore della legge ne ha uno, pieno ma chiuso. È un uomo dalle idee chiare e distinte, ma immobili: gli manca la capacità di travasare il bene che sta nella sua testa dentro la sua vita.

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A due a due per mostrare il Dio vicino

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Raponzolo chiomoso sulle pareti rocciose dello Stevia (Foto AC)

Sono settantadue i discepoli: un numero simbolico per indicare la totalità delle nazioni e che il messaggio è rivolto proprio a tutti. Quale messaggio? Si direbbe che è scarno ed essenziale: «È vicino a voi il regno di Dio».

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Il contagio della condivisione

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Giglio rosso (Foto AC)

Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Così chiamiamo questo episodio evangelico e lo consideriamo un miracolo, ovvero un fatto prodigioso.

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Tutta la verità

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(Foto AC)

Siamo nel tempo in cui il conoscere ha fatto balzi in avanti in un periodo relativamente breve. Ricordo che 40 anni fa poche persone avevano quello che sarebbe diventato il prodigio della comunicazione digitale alla portata di tutti, lo smartphone.

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Elaborazione della risurrezione

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Ciò che resta in estate del Lagustel (Foto AC)

Questa solennità, inutile negarlo, non ci entusiasma. Non la capiamo questa benedetta ascensione del Signore. Che cosa vuol dire l’evangelista Luca, quando scrive che Gesù «veniva portato su, in cielo»? Suvvia, noi oggi lo sappiamo che il cielo – quello che noi chiamiamo universo – non ha un su e un giù.

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La pace come la dà Gesù

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(Foto AC)

Parole intense quelle che Gesù pronuncia nell’ultima cena. C’è come una circolarità di tre parole che ritornano e si arricchiscono a vicenda: amore, obbedienza, pace. L’amore – lo abbiamo visto domenica scorsa – è il segno di riconoscimento dei discepoli di Gesù.

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Cristo, radice della carità

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Prime fioriture tra le rocce in Val Bedretto (Foto AC)

All’inizio del terzo secolo, uno scrittore dell’Africa romana, Tertulliano, scriveva che il segno distintivo dei cristiani nel mondo pagano era la testimonianza dell’amore vicendevole: «Vedi come si amano tra loro e come sono pronti a morire l’uno per l’altro», così dicevano i pagani dei cristiani.

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Ascoltare, conoscere, seguire

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(Foto AC)

La quarta domenica di Pasqua è la domenica del Buon Pastore. A fondamento dell’immagine del pastore e delle pecore c’è una terna di verbi annodati l’uno nell’altro a formare una specie di formula vincente della vita.

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