TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
Zaccheo è un personaggio che ci risulta simpatico. Forse perché ce lo immaginiamo, piccolo di statura,o rende anche un po’o e anche un po’ – ci in maginiamo piccolo di staturaquel suo gesto di salire su un albero, che lo rende anche un po’ ridicolo. In realtà, Zaccheo – ironia della sorta, il suo nome significa «puro» – era un personaggio temuto ed odiato a Gerico, in quanto era il capo degli esattori delle tasse per conto dell’invasore romano e si era grandemente arricchito alle spalle della povera gente. Ci domandiamo subito, allora, perché un uomo simile cercasse di vedere Gesù. Piccolo di statura, aveva ampiamente recuperato la sua dignità con i soldi, ma di fatto viveva ai margini della società, e, passando per Gerico, si sentiva addosso il disprezzo della popolazione. A differenza di quel Gesù, che, invece, attraversando la città, richiamava così tanta folla desiderosa di incontrarlo. Forse Zaccheo era solo curioso. Forse, come capita a tutti quando c’è l’occasione di vedere un personaggio famoso, si vuole soltanto poter affermare: «Anch’io c’ero!». L’evangelista Luca non dice nulla circa le motivazioni che spingono Zaccheo a cercare di vedere chi fosse Gesù. Ci informa solo che Zaccheo non vuole accontentarsi del “sentito dire” e vuole vederlo in faccia ed è disposto a tutto per raggiungere il suo scopo: corre avanti e sale su un sicomoro. È una pianta particolarmente adatta a Zaccheo: ha un tronco basso, così che anche uno piccolino come lui possa facilmente arrampicarsi, ed ha foglie larghe, così che uno con la sua reputazione possa vedere senza essere visto. Non sappiamo se Zaccheo fosse semplicemente curioso o animato da un desiderio più profondo. Sappiamo, però, che non voleva veramente instaurare un dialogo con Gesù. Voleva vederlo senza essere visto. E raggiunge il suo scopo: Gesù si avvicina e Zaccheo lo vede. Ma anche Gesù nutre un desiderio nei confronti di Zaccheo: vuole essere visto e insieme guardarlo. E anch’egli raggiunge il suo scopo. Zaccheo vede giù Gesù. Gesù guarda su Zaccheo. Mentre il piccolo uomo – piccolo nella statura ma anche del cuore – è chiuso nel circolo egoistico del vedere senza essere visto, dell’avvicinarsi senza essere avvicinato, del ricevere senza dare; Gesù, invece, è animato da uno sguardo e da una parola che vogliono andare oltre la superficialità. Proprio così. A Gerico quel giorno ci fu un uomo, Zaccheo, che abbassò la sua vista su Gesù, il quale, invece, «alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”». Ci sono sguardi che hanno una forza incredibile, sguardi che non si limitano a vederti, ma ti chiamano per nome prima ancora che sia proferita una parola. Sguardi così, anche quando ti trovano nascosto nel comodo fogliame in cui credi di poter vedere senza mettere in gioco davvero il tuo cuore e la tua vita, sguardi così ti danno il coraggio di rispondere, ti mettono dentro il desiderio di cambiare, ti ispirano propositi generosi, soprattutto ti danno grande gioia.
«Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia». Zaccheo è entrato nel vortice di Gesù: “subito”, “oggi” e “in fretta” sono elementi caratteristici dell’incontro vero che Gesù instaura con le persone. Gesù chiede a Zaccheo il coraggio di abbandonare il comodo fogliame, di scendere e di stargli davanti agli occhi in un dialogo alla pari. Lo vuole davanti a sé come uomo da cercare, e non come “strozzino” da sgridare. Anzi, nonostante il “subito” e la “fretta” in cui la vicenda sembra racchiusa, quasi uno scatto fotografico, in realtà Gesù dichiara la sua volontà di “fermarsi” a casa di Zaccheo. Non è lì per un salutino di cortesia, ma vuole dimorare per un tempo prolungato nella sua casa. Zaccheo era salito provvisoriamente sul sicomoro per vedere Gesù. Invece, Gesù vuole fermarsi a casa di Zaccheo. E questo uomo piccolo – di statura e nel cuore – forse per la prima volta, si sente accolto… in casa sua. E cambia, e diventa oltremisura accogliente. C’è qui la dinamica cristiana che trasforma l’uomo – ogni uomo, non importa se grande o piccolo di statura, se grande o piccolo nel peccato – in discepolo.
Sì, è incredibile! Nonostante i tuoi tentativi di tenere il rapporto con Gesù a livello di un occasionale e furtivo vederlo lungo la strada – quante volte è così! – egli decide di fermarsi a casa tua, così che tu possa ritrovare in te il coraggio di cambiare.