BATTESIMO DEL SIGNORE – Anno A
Anche per Giovanni il Battista c’è un’altra strada, come per i Magi. Lo abbiamo incontrato prima di Natale: gridava nel deserto di preparare la strada per la venuta del Signore. Ora, quella strada stessa gli si fa presente in tutta la sua forza. Gesù vuole essere battezzato da Giovanni per iniziare il suo ministero. Chiede un gesto che Giovanni non vuole compiere, perché ha un significato che, secondo lui, non può essere applicato a Gesù, il Messia, il Figlio di Dio. In effetti, scendere nell’acqua del Giordano aveva sì il significato di iniziare una nuova vita, ma pentendosi dei propri peccati, lavandoli simbolicamente in quell’acqua di rigenerazione. Gesù non ha un passato da farsi perdonare. Che cosa scende a fare nelle acque del Giordano? Giovanni glielo dice: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Gesù risponde: «Lascia fare per ora». Come a dire: questo battesimo è un gesto provvisorio, è un «per ora», è un avvenimento che ne anticipa un altro. Sarà lo stesso Gesù in futuro a chiarire, quando dirà: «C’è un battesimo che devo ricevere, e come sono angosciato finché non sia compiuto!». Il battesimo nel Giordano è solo un gesto programmatico, che anticipa il battesimo della croce. Gesù, «per ora», vuole legare strettamente la sua vita alla nostra vita segnata dal peccato, così che, quando riceverà il suo battesimo di sangue, esso avrà la forza di sanare la nostra umanità malata che l’acqua del Giordano non è riuscita a guarire. Ecco perché la festa di oggi è pienamente una festa del tempo di Natale. Gesù è adulto, ma egli conferma la scelta di salvare l’uomo diventando uomo. È la via dell’incarnazione. Quando Gesù inizia il suo ministero pubblico, Giovanni vorrebbe portarlo sulla strada del Dio forte, che sta in alto e che, stando in alto, salva l’uomo che sta in basso. Ma Gesù ha preso «un’altra strada»: egli si mette in fila con i peccatori che vanno da Giovanni a ricevere il battesimo di penitenza. Così facendo, vuole che si capisca qual è il suo progetto: vuole vincere condividendo la sconfitta più atroce inflitta all’uomo (che è il peccato); vuole sì essere il Dio forte, ma che salva l’uomo non stando in alto ma condividendo il suo «basso». Ancora una volta, la strada di Dio si dimostra essere quella dell’umiltà e della misericordia. Anche Giovanni deve prendere questa «altra strada». Anche noi.
Quella di Gesù è proprio una strada diversa dalla strada che siamo tentati di prendere. Ciascuno di noi avverte quotidianamente il peso del proprio peccato, il ripetersi monotono dei propri limiti, ed è tentato di fissare il suo sguardo su questa opacità, su questa nebbia, e talvolta si lascia pure definire dalla paura che questo buio genera. E pensa che Dio deve per forza abitare altrove. Pensa che egli debba necessariamente essere fuori dal nostro caos e che abiti un mondo sano esistente chissà dove, comunque lontano dalla propria mediocrità. Questa, però, non è la strada di Gesù. Egli ci appare proprio nel mezzo della nostra colpa, si è mischiato alla truppa dei peccatori, per insegnarci che ha deciso di raggiungerci ovunque noi siamo. Non aspetta che ci siamo finalmente liberati da tutti i nostri peccati con gli innumerevoli sforzi che mettiamo in atto, spesso anche con scarso successo. Non dice: «Quando finalmente sarai uscito dal tuo Giordano, allora sì potrai venire sulla mia strada!». No. Senza indugio, viene lui nel mio Giordano, abita lui la regione nebbiosa e oscura del mio peccato per essere Lui la strada che prodigiosamente attraversa le acque. Le parole che s’odono dal cielo, quando Gesù esce dal Giordano sono molto significative: «Questi è il Figlio mio, l’amato». Parole che non valgono solo per Gesù, ma per chiunque sia stato innestato, grazie al battesimo, nella sua vita. Valgono per ciascuno di noi, perché nel giorno del nostro battesimo Dio le ha come ripetute, facendole precedere dal nostro nome: «Tu sei mio figlio, il mio figlio amato!». Sono figlio amato da Dio perché sono diventato buono e allora Dio mi vuole bene? No, sono figlio di Dio in un modo totalmente gratuito ed, anzi, essere amato da Dio è la strada – quell’«altra strada» scelta da Lui – su cui posso sperare di diventare buono.