La luce degli occhi e la luce della fede

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A

Lago Crespeina – Foto AC

Dopo l’acqua, la luce. Il racconto del cieco nato ruota attorno a due verbi – vedere e sapere – che poi sfociano alla fine in un terzo – credere – che rappresenta il vero frutto della luce.

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Vedo con gli occhi di Dio

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A

Il brano, che abbiamo appena ascoltato, racconta una delle vicende più movimentate di tutti i Vangeli. Si è soliti ricordarla come il miracolo della guarigione del cieco nato. In realtà il miracolo non è uno solo, ma sono tre. C’è il miracolo della guarigione fisica: «andò, si lavò e tornò che ci vedeva». Prodigio di un’evidenza che sembra indiscutibile, tanto è vero che saremmo tentati di fermarci a questo livello della guarigione, che oggi basterebbe a far correre le telecamere e ad alzare l’indice degli ascolti. Continua a leggere

Lasciarsi misurare e… vedere

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A 

Essere ciechi dalla nascita e, improvvisamente, cominciare a vedere deve essere un’esperienza indescrivibile. Lo comprendiamo alla luce del racconto evangelico di oggi: il cieco risanato diventa capace di riconoscere l’evidenza di quanto gli è capitato ben più di tutti gli altri, che, invece, continuano a difendere strenuamente le proprie convinzioni. Continua a leggere

Quarta Domenica di Quaresima. Annusa…

Noi vedenti non possiamo nemmeno immaginare che cosa significhi nascere ciechi, non avere mai visto nulla, forse nemmeno sapere il significato della parola «vedere». Quanti nascono ciechi sviluppano da subito altre forme di riconoscimento delle cose e delle persone: annusano, ad esempio, e sentono odori e profumi. Quelli che ci vedono bene rischiano, invece, di divenire insensibili agli odori e ai profumi. Ma soprattutto rischiano di considerare la vista come un’abitudine, come un possesso ed un potere, e non come un grande dono.

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