Il cuore di Maria

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA VERGINE MARIA

Maria è un faro del nostro cammino di Avvento. Com’è il cuore di Maria? Potremmo dire che è un cuore che veglia (è il verbo che già abbiamo utilizzato nel nostro «itinerario del cuore»). E anche i verbi che utilizzeremo nelle prossime domeniche, e poi a Natale e nella solennità dell’Epifania, Maria ha saputo coniugarli alla perfezione. Esattamente di questa perfezione ci parla la solennità odierna, in cui ci è stato proposto il brano evangelico di Luca che ci informa sul momento in cui l’angelo portò a Maria l’annuncio della sua futura maternità. La Vergine avrebbe concepito e partorito il Figlio di Dio. Per questo, sarebbe stata adornata di un singolare privilegio: quello di essere esente da ogni colpa, anche da quella originale. Un dono assoluto di Dio, che ha reso Maria «piena di grazia». Il che vuol dire – ed è un fatto straordinario – che nessuna colpa l’avrebbe mai sfiorata, sin dal primo istante della sua esistenza, perché concepita immacolata. Naturalmente questo privilegio ha plasmato il cuore di Maria in un modo insuperabile e, sotto un certo aspetto, inimitabile. Ma se questo fatto la pone su un piedistallo, non deve farci dimenticare che il cuore di Maria è fatto con la stessa materia di cui è fatto il nostro. È un cuore umano. Ci è di grande conforto ricordarlo, così da poter imitare – per quanto ci è possibile – la vita di Maria, per convertire la nostra. Il racconta dell’annunciazione ci aiuta a capire com’è il cuore di Maria.

Il cuore di Maria è un cuore aperto, tanto che un angelo può infilarsi in casa sua e portare la parola di Dio nelle sue orecchie. Forse tanti nostri cuori sono talmente chiusi che gli angeli fanno fatica ad entrare. La porta chiusa è un ostacolo insormontabile per l’Onnipotente: Colui che i cuori non li occupa, Colui che bussa, ha bisogno di una disponibilità originaria del cuore. Le poche vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e anche al matrimonio sono da addebitare alla scarsità di angeli inviati sulla terra oppure sono la conseguenza dei potenti antifurto che abbiamo messo al nostro cuore? Strano. Sembra che l’antifurto suoni solo quando arriva Dio, perché per tutti gli altri la porta del cuore è spalancata…

Il cuore di Maria è un cuore che rimane turbato e che si fa domande, una notazione finissima che qualche commentatore cerca di mettere in ombra perché rivelerebbe una donna troppo umana. Invece no, Maria è dotata di un cuore intelligente, che non è aperto a qualunque proposta, ma che ascolta Dio cercando il senso umano delle sue parole. Farsi domande o fare domande a Dio non è segno di poca fede, ma di grande fede. Forse oggi la fede di tanti cristiani è povera, perché si fa poche domande, si accontenta di risposte preconfezionate che non saprebbe nemmeno ripetere ad un altro. Di una fede insipida, Dio non sa che farsene. Gli piacciono uomini e donne, che sanno incalzarlo con il fervore della loro vita, intessuta di tanti «Come è possibile?».

Il cuore di Maria è un cuore obbediente da cui scaturisce un «Eccomi» consapevole e umile allo stesso tempo. L’obbedienza potrà anche essere cieca, ma non può essere sorda. Obbedire – dal latino ob-audire «ascoltare stando di fronte» – è l’esaltazione della libertà, non il suo annullamento, e mette in moto i meccanismi più profondi dell’ascolto e del dialogo. Maria dice «Eccomi» stando in piedi davanti a Dio, che non la sta affatto annullando come donna e come madre, ma le sta proponendo il più grande progetto d’amore mai esistito sulla terra. Oggi, la disobbedienza (soprattutto a Dio e alla Chiesa) è diventata quasi una virtù, un lasciapassare per entrare a pieno titolo nel mondo (con quali risultati, poi, è facile vederlo). Eppure non esiste persona più libera di Maria, la «serva del Signore». Noi, che crediamo di esserci affrancati da Dio, conquistando così la nostra libertà, ci ritroviamo poi ad essere schiavi di tutto il resto!

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