Colpo di testa 04 / La nostra tradizione e le zucche riempite

Corriere di Como, 25 ottobre 2016

Purtroppo sono passati tanti anni, la memoria non è più quella di una volta. Eppure mi pare ancora di sentire la mia maestra delle elementari (allora era rigorosamente una) declamare tra i banchi la poesia per il giorno dei morti. Era di Angiolo Silvio Novaro o di Ada Negri? Ammetto: non me lo ricordo e anche la poesia l’ho dimenticata. Parlava di foglie morte, di viale verso il cimitero. So con certezza che quelle rime guidarono le mie visite al camposanto nei giorni dei morti, quand’ero bambino. Nel paese in cui sono nato c’è proprio un lungo viale per arrivare al cimitero, e le parole della maestra risuonavano dentro di me insieme ai pater ave gloria del rosario.

Potenza della scuola primaria, che sapeva rafforzare la memoria di un popolo, nutrendo le menti dei piccoli con riferimenti poetici alla tradizione culturale e religiosa. È ancora così? Sono tentato di rispondere che non lo è. Certo, è passato mezzo secolo e sono stati anni pesanti in fatto di cambiamenti. A maggior ragione, dunque, l’ancoraggio alla tradizione avrebbe lo scopo di rendere veramente critica la mente dei giovani: se si vuole rifiutare qualcosa, bisogna prima conoscerlo! Invece, lo si è già buttato nel cestino delle cose antiquate.

Entrando nel supermercato in questi giorni, si è quasi costretti ad attraversare un ampio reparto colorato – con preponderanza di arancione zucca e nero macabro – pieno di costumi e maschere da scheletro, fantasma, mostro con ampia scelta di materiale per creare atmosfere spettrali. Ovvio, s’avvicina la festa di Halloween, ghiotta occasione commerciale che ha visto crescere a dismisura gli affari negli ultimi anni anche in Italia. Lo sdoganamento culturale di questa antica festività celtica – già triturata oltre oceano e ora ritornata in Europa come carnevalata autunnale – è perfettamente riuscito, e un contributo non da poco è stato dato proprio dalla scuola.

Non so se tra i banchi delle elementari si imparino ancora le poesie – pur con il comprensibile aggiornamento – ma certamente in prossimità della festività dei Santi e del giorno dei Morti si organizzano festicciole mascherate in classe (evidentemente gradite ai ragazzi e anche ai loro genitori). Ci sarebbe da domandarsi che cosa c’entra tutto questo con la nostra tradizione. A dire il vero, ci sarebbe prima ancora da domandarsi che cosa c’entra con l’antica festività celtica! Dovrebbe essere un compito irrinunciabile degli educatori e degli insegnanti. Ma è più comodo organizzare una bella mascherata. È più facile assecondare le mode e riempire le zucche con… dolcetto o scherzetto.

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