Quinta Domenica di Quaresima. Nel chicco di grano…

I farisei hanno appena espresso tutta la loro preoccupazione, dopo l’ingresso trionfante di Gesù a Gerusalemme: «Ecco, il mondo è andato dietro a lui!». E arrivano anche alcuni Greci che si rivolgono a Filippo (che forse conosceva la loro lingua, essendo di Betsaida) con una frase anch’essa significativa: «Vogliamo vedere Gesù». Ma allora è vero: tutto il mondo gli corre dietro! Dobbiamo subito sgombrare il campo da un equivoco. I Greci nella loro richiesta non sono animati da una semplice curiosità. Non sono in fila per un autografo o una foto ricordo da “taggare” su facebook. Il nostro mondo, purtroppo, corre dietro alle persone in questo modo assai superficiale ed esteriore.

I Greci vogliono «vedere Gesù», ma il significato di tale richiesta dice volontà di incontrare veramente, di capire, di leggere dentro una persona per coglierne il nucleo più profondo. Ecco perché Gesù capisce che quella domanda segna lo scoccare dell’ora definitiva, quella della manifestazione piena di se stesso nel dono della propria vita. Dice infatti: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Come a dire a quei Greci: se volete vedermi, dovete giungere sin sotto la Croce e lì contemplarmi, in quel gesto di supremo amore, e in quel momento, invece di capire chi sono – in un gesto che nasconde ancora l’orgoglio tutto umano di arrivare ad una comprensione intellettiva delle cose – sarete attratti da me in un legame profondo.

Gesù vuole dirci che la Croce è il luogo del fascino che scombussola le vie troppo sicure della ragione. Vuole dirci che Lui si conosce in quel gesto in cui tutto sembra capovolto e al contrario di come ci aspetteremmo che sia: sulla Croce è Dio che muore per l’uomo, è l’amore ad essere scandalosamente mostrato in tutta la sua debolezza e fragilità, eppure, proprio grazie a quell’innalzamento sulla Croce, attraverso il dono pieno di sé, l’amore di Dio vince e mostra la sua unica forza. Sappiamo che l’evangelista Giovanni insiste su questa perfetta identità tra il momento della Croce e la vittoria della Risurrezione. Per usare le parole della lettera agli Ebrei (cf seconda lettura), Gesù viene esaudito nella sua richiesta di salvezza dalla morte mediante il suo pieno abbandono sino alla morte: è sulla Croce che si vede che Gesù è Dio, e anche i Greci potranno veramente vedere chi è Gesù solo sulla Croce. Anche noi possiamo essere attratti da Lui innalzato, se accettiamo di andare a vederlo nello spettacolo della Croce.

Ecco che questa domenica, ultima della Quaresima prima della Santa Settimana della Pasqua, già ci offre l’unico indirizzo in cui fissare la nostra dimora. Il mondo in cui viviamo non è più neanche curioso di vedere Gesù, e non si direbbe proprio che tutti gli corrono dietro, anzi c’è nell’aria una sorta di «Cristofobia», una paura di Gesù, una sorta di leggerezza e di sufficienza nell’accogliere le esigenze del Vangelo. Anche noi cristiani siamo diventati apatici, autonomi, facili allo scandalo quando il male sta fuori di noi ma poco propensi a batterci la mano sul petto per le nostre magagne, e forse anche noi rischiamo di considerare la Croce di Gesù come un deja vu incomprensibile, perdente e assai poco affascinante.

Vorrei allora sottolineare due coordinate di viaggio, che compaiono quasi come delle preziose istruzioni sul monitor del nostro navigatore, che ci conduce al mistero della Croce. La prima istruzione è in realtà un’immagine: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». L’immagine anticipa quello che accadrà a Gesù di lì a poche ore, ma dice anche il nostro destino: rimarremo soli e non produrremo frutti, se non sapremo essere generosi nel dono dell’amore, nel dono della vita, nella nostra vita pensata e vissuta come servizio e non come egoistico accaparramento. La seconda istruzione è un vero e proprio invito: «Se uno mi vuole servire – dice Gesù – mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore». Non dice Gesù: se uno vuole seguirmi, mi serva. Ma: se uno vuole servirmi, mi segua. Tante volte ci domandiamo: ma come posso seguire Gesù, qui ed ora? Ebbene, forse è meglio domandarsi: come posso servire Gesù in questa vita? La risposta a questa domanda è infinita, come i chicchi di grano che cadono in terra per morire e fiorire.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...