Il balzo di Bartimeo

Arco naturale Stevia (Foto AC)

Impossibile non accostare l’incontro di Gesù con il cieco Bartimeo all’incontro con l’anonimo uomo ricco. Questi, chiamato a seguire, se ne andò via triste. Bartimeo, invitato ad andarsene, si mise entusiasticamente a seguire Gesù.

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La logica del potere di Dio

(Foto AC)

«Tra voi però non è così». Bello quel «tra voi». Significa «dentro la Chiesa», nelle relazioni che i discepoli di Gesù intrecciano tra di loro. Ma sta anche ad indicare lo stile missionario della Chiesa nella sua relazione con tutti gli uomini.

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Uno sguardo d’amore

(Foto AC)

Al centro del vangelo non c’è una parola di Gesù ma un suo sguardo, uno sguardo d’amore che si fissa su un uomo. Gesù ama il tale che gli è corso incontro e si è gettato in ginocchio davanti a lui, riconoscendolo come «maestro buono».

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I bambini sanno accogliere

Sorbo (Foto AC)

«Regno di Dio» è una di quelle espressioni evangeliche che fatichiamo a comprendere. Sarà che la parola «regno» ci richiama ad un potere, che può ben essere «di Dio», inteso appunto come un re onnipotente. Ma Gesù non perde occasione di scardinare proprio questa interpretazione.

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Come si appartiene alla Chiesa?

(Foto AC)

L’obiezione posta da Giovanni a Gesù è più seria di quanto possa apparire a prima vista. Intanto è correttamente declinata alla prima persona plurale: in gioco c’è già il «noi» di quella realtà complessa che è la Chiesa.

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Essere ultimo è agire come servo

(Foto AC)

«Essi però non capivano». Così viene detto dei discepoli lungo la strada nei confronti della rivelazione che Gesù fa del suo destino di morte e risurrezione. Più tardi, quando sono seduti in casa a Cafarnao, l’evangelista – quasi fosse un narratore esterno – svela il perché non capivano: «Per la strada avevano discusso tra loro chi fosse il più grande».

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Storia di rimproveri

Attorno al Corno Gries verso il Griessee (Foto AC)

Ecco una curiosa storia di rimproveri: Pietro rimprovera Gesù e Gesù rimprovera Pietro. Al centro c’è l’identità di Gesù. Chi è questo predicatore itinerante che insegna e guarisce?

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La dinamica della comunicazione

(Foto AC)

È con le orecchie che impariamo a parlare, tanto che un sordo è quasi predestinato a diventare anche muto. L’udito è la porta della parola e Gesù lo sa: per guarire il sordomuto comincia dalle orecchie. Aperte quelle, si scioglie anche il nodo della lingua.

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No agli elenchi, sì al cuore

Stambecchi sotto il rifugio Sidelen (Foto AC)

In fondo un elenco preciso di cose da fare rende semplice la vita. Marco, scrivendo il suo vangelo per persone non ebree, si sente in dovere di riportare un elenco di azioni che mettevano a posto la coscienza dei giudei.

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Il bicchiere e la brocca

Lago del Sidelen (Foto AC)

Il discorso del pane è terminato. Un discorso ardito, pieno di paradossi, portatore di una novità inaspettata. «Questa parola è dura!», dicono molti che pure hanno ascoltato Gesù. E tornano indietro. Si direbbe il gesto di chi, siccome non ha capito e non intravede alcun futuro lungo la nuova strada intrapresa, si rifugia nel suo passato comodo e rassicurante. Tornare indietro spesso è una decisione saggia, che ci salva la vita: penso a quando, arrivati sotto la vetta tanto agognata, dopo un lungo cammino magari su un ripido ghiaione, è necessario tornare indietro perché le mutate condizioni del tempo rendono rischioso il proseguire. Rinunciare talvolta è l’unico modo che ci resta per tenere ancora vivo il desiderio.

Ma qui il tornare indietro di molti discepoli ha un’altra origine: si direbbe il frutto di un calcolo intellettuale. Non ho capito. Ho tirato la riga e il risultato è con il segno meno. I conti non tornano, insomma, e si torna indietro. Quando riduciamo la vita ad un capire, succede spesso che finiamo alla sbarra del non capire e non si può proseguire oltre.

Pensiamo ad un bicchiere. Il suo scopo è ricevere, capire, infatti si dice che è capiente. Immaginiamo che l’acqua sia finita quasi tutta fuori dal bicchiere, sul tavolo, e che solo poche gocce siano entrate nel bicchiere. Se la vita è riempire il bicchiere – se la vita è capire – allora il bicchiere quasi vuoto ne decreta il fallimento. Ma la vita non si misura mai con il centimetro, ed è sempre pericoloso tirare le righe.

Guardiamo Pietro. Egli non torna indietro, insieme a pochi altri, i Dodici. Hanno forse capito? No, affatto. Il bicchiere di Pietro non è certo traboccante, anzi è quasi vuoto. Ma egli non se ne cura, non lo guarda, non lo misura. Egli vede la sua vita tutta in relazione con Gesù e pensa se stesso non come un bicchiere vuoto ma come un bicchiere che deve essere riempito. Per questo l’unica cosa che gli preme è tenersi vicina la brocca colma d’acqua inesauribile di Gesù – è questa che egli chiama «vita eterna». Il discepolo che torna indietro non è solo un bicchiere vuoto, ma si allontana dalla brocca che può riempirlo.