Colpo di testa 29 / La censura del seno materno dagli affreschi a Instagram

Corriere di Como, 25 aprile 2017

La raffigurazione della Madonna del latte che si trova nella sagrestia della chiesa parrocchiale di Ponzate (Como)

Aliya Shagieva è la figlia ventenne del presidente del Kirghizistan, repubblica dell’Asia centrale con circa 6 milioni di abitanti a maggioranza musulmana (75%). Nei giorni scorsi ha creato scalpore la pubblicazione sul suo profilo Instagram di alcune foto in cui allatta a seno nudo il suo neonato Tagir; nel settembre scorso Aliya  aveva già attirato numerose critiche con una fotografia in cui posava in costume da bagno in due pezzi e con il pancione scoperto bene in vista. «Mi dispiace per tuo marito e tuo padre – ha scritto un utente – È un peccato che questi non abbiano alcuna autorità su di te e ti lascino fare queste cose. Se addirittura approvano tutto ciò, significa che sono falsi uomini». È chiaro che il gesto di Aliya è molto provocatorio in una società islamica in cui il ruolo della donna è subalterno a quello dell’uomo. Ma la giovane mamma kirghisa, che ha compiuto questo gesto proprio per promuovere la parità di genere, ha scritto un commento che cerca di spiegare – anche agli uomini occidentali – il vero significato di quello che si è trasformato in un oggetto sessuale:  «Da troppo tempo la gente ha dimenticato il vero scopo del seno femminile e lo ha trasformato in un oggetto che serve a soddisfare gli occhi degli uomini».

Non sappiamo che cosa ne pensa il padre di Aliya, quel Atambayev che governa in modo autoritario il Kirghizistan. Ma non siamo certo lontani dal vero se diciamo che non è affatto d’accordo con sua figlia. Anche da noi, però, dove i seni nudi con funzione sex-appeal abbondano sulle spiagge e in televisione, il seno mostrato in luogo pubblico per allattare rischia di provocare qualche reazione scomposta. È successo a fine gennaio a Biella: il direttore di un ufficio postale avrebbe allontanato in malo modo una mamma che si era vista costretta ad allattare il proprio figlio di tre mesi nella sala principale per calmare il suo pianto. Un equivoco che poi Poste Italiane aveva cercato di ricomporre con un comunicato, dopo che anche il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia aveva preso posizione, esprimendo solidarietà alla mamma.

Del resto anche la più famosa mamma allattante – Maria di Nazaret – ha conosciuto una storia di vera e propria censura pittorica. La cosiddetta “Madonna del latte” o “Madonna Litta” è un soggetto di tradizione senese e fiorentina,  che i pittori hanno spesso ritratta e, in Lombardia, fu il tema preferito dei pittori «leonardeschi» tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento. Soprattutto nella diocesi di Milano, ad un certo punto, a seguito del decreto tridentino del 1563 sul culto dei santi e le immagini sacre, la Madonna allattante fu vista come «sconveniente» (per usare la parola del cardinale Federico Borromeo) e se ne caldeggiò la censura: al posto della mammella di Maria apparve il vestito e il Bambino Gesù rimase proteso inspiegabilmente verso qualcosa che non c’era più!

Per fortuna, i restauri hanno riportato in luce quasi ovunque la Virgo lactans. Ma si direbbe che la querelle dalla Milano del Cinquecento si è spostata in Kirghizistan. Dagli affreschi nelle chiese alle fotografie su Instagram.

1 thoughts on “Colpo di testa 29 / La censura del seno materno dagli affreschi a Instagram

  1. Io non sarei d’accordo di allattare un bambino in pubblico; nel mio libro su come gestire un neonato c’è scritto di trovare un angolo tranquillo. Mi è capitato di vedere mamme dei nostri giorni allattare davanti a tutti e ciò non è bello. La signora Aliya non è certo di buon esempio! A Guanzate all’interno del Santuario della B.V.di San Lorenzo c’è l’affresco della Madonna del Latte e a me è stato spiegato che il bambino in braccio, alla Madonna, beve il latte spirituale.

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