Colpo di testa 03 / Il calcio sponsorizzato dal gioco d’azzardo

Corriere di Como, 18 ottobre 2016

 

Due interrogazioni parlamentari sono state presentate in merito all’«Azzardo Nazionale». La Federcalcio ha annunciato di aver firmato un contratto pubblicitario con una società di scommesse, il cui logo sarà utilizzato sulle maglie di tutte le nazionali di calcio (da quella under 15 alla nazionale maggiore) e sulla cartellonistica negli stadi.

A foraggiare le spese del calcio italico sarà, dunque, una società che incassa milioni di euro proprio con le scommesse sulle partite. Insomma, siamo di fronte ad una strana partita di giro, un curioso do ut des, ed è normale che questa sponsorizzazione abbia fatto gridare allo scandalo. Non che sia una novità, perché operazioni simili erano già state fatte da squadre italiane come Milan e Juventus, Genoa e Sampdoria, Pescara e Lecce, ma mai si era arrivati al logo di un’impresa dell’azzardo  sulla maglia azzurra, la più amata indistintamente da tutti. L’Associazione Calciatori ha fatto sapere che non condivide la scelta. Non si sa che cosa farà la Federcalcio. Per ora resiste nel suo proposito, anche perché la recessione dal contratto già sottoscritto non sarebbe indolore.

Premetto che sono fortemente contrario a questa operazione che, di fatto, incoraggia il calcio scommesse (anche se legalizzato) e aumenta la piaga della ludopatia, che – per stare ai dati del 2014 – ha bruciato 85 miliardi di euro, cioè un decimo della spesa complessiva delle famiglie, il 5% del Pil nazionale, facendo dell’Italia il primo mercato in Europa e il terzo mercato nel mondo per il gioco d’azzardo. E, allora, diciamolo: la levata di scudi contro l’«azzardo nazionale» ha il sapore stantio del moralismo. Mi spiego con due provocazioni. I calciatori scendono in campo ben sapendo che si scommette sulle loro prestazioni, il che li dovrebbe far sentire già come cavalli all’ippodromo: se ne accorgono solo ora, quando dietro la loro maglia compare il logo dell’allibratore? Si sa, lo Stato dal gioco d’azzardo guadagna qualche soldino – 8 miliardi l’anno – e questo spiega perché, mentre   il premier Matteo Renzi annuncia di voler togliere le slot da tutti gli esercizi commerciali, il suo sottosegretario all’economia con delega ai giochi Pierpaolo Baretta si fa immortalare alla fiera del settore mentre gioca a una slot. Insomma, la febbre dell’azzardo miete vittime anche senza la sponsorizzazione di Federcalcio. Forse bisognerebbe fare qualcosa di più coraggioso per estirparla,  che non sia solo legalizzarla! Altrimenti, tra un po’, ci limiteremo a scrivere sulle slot «Nuoce gravemente alla salute», come sui pacchetti di sigarette…
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