A Berlino si discute sul sesso di Dio, spiegato ai bambini. Il ministro per la Famiglia Kristina Schröder ha detto di trovarsi in imbarazzo a parlare di Dio alla propria figlia di un anno e mezzo, usando l’articolo maschile. In un’intervista al settimanale Die Zeit ha proposto che si usi l’articolo neutro, né maschile né femminile, suscitando un coro di proteste anche all’interno del suo governo.
La questione è puramente grammaticale, e la nostra lingua italiana ha la fortuna di non obbligare all’uso di articoli determinativi di fronte alla parola Dio. Anche se “il” Padre, “il” Figlio e “lo” Spirito Santo spesso si ritrovano davanti un articolo maschile, la formula di benedizione giustamente lo omette in tutte e tre le Persone. Quindi, si potrebbe consigliare alla ministra tedesca di fare un’eccezione linguistica per Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, invece di costringere Dio dentro le leggi ferree della grammatica. Trattandosi di tedeschi, però, dubito che ci sia spazio per le eccezioni…
La soluzione del problema è semplicissima. Dio non è né maschio né femmina, ma non è nemmeno neutro, perché è Dio ed è all’origine della creazione dell’uomo e della donna. Certo, le raffigurazioni indulgono a figure maschili, ed è comprensibile che sia così, perché Dio noi cristiani lo conosciamo da Gesù, che è indubitabilmente uomo e maschio, e Gesù ci ha parlato di Dio come Padre, anche se poi questa paternità di Dio porta fortemente i caratteri anche della maternità tipicamente femminile. Giovanni Paolo I lasciò stupiti quando disse che Dio è padre ma è anche madre, ma tale libertà di espressione del Papa è suffragata dalla Scrittura e dai Vangeli in particolare. Ora, dopo l’Ascensione, in cielo, alla destra del Padre, c’è Gesù, vero uomo e quindi anche vero maschio, anche se questo aspetto della sua mascolinità non pregiudica affatto l’essenza dell’incarnazione, che è assunzione e redenzione di tutta l’umanità (maschile e femminile).
Quindi alla ministra tedesca che s’imbarazza ad usare l’articolo maschile davanti alla parola Dio nel dialogo con la propria figlia, consiglierei di toglierlo del tutto, lasciando tutta la forza di una parola, l’unica che non ha bisogno di articoli. Meglio commettere un’impurità linguistica che appioppare a Dio un improbabile articolo neutro, che poi sarebbe ancora più difficile da spiegare, e non solo ai bambini. Già in Francia si vogliono far diventare neutri i genitori, abolendo “padre” e “madre”, mentre in Svezia nella scuola materna il neutro ha sostituito il “lui” ed il “lei”. Sono operazioni gravissime che cercano di sconvolgere l’ordine naturale della creazione. Operazioni al servizio del progetto laicista di distruzione della famiglia e del matrimonio naturale tra un uomo e una donna. Ora, mettere un articolo neutro davanti a Dio equivale proprio a… neutralizzarlo e a impoverirlo di quella umanità di cui Egli, invece, ha voluto arricchirsi.