EPIFANIA DEL SIGNORE

Nel giorno dell’Epifania viene letto un testo particolare, una specie di promemoria con alcune date importanti di questo 2023 appena iniziato. Ma non vi sarebbe alcuna data da celebrare se il Signore non si fosse manifestato nella nostra storia: «La gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi».
Questo promemoria ha senso perché c’è il Natale. Sarebbe sbagliato dire: c’è stato. C’è. Quando arriva la festa dell’Epifania, il rischio è pensare che Natale è passato e che tutto ritorna come prima. Anche i Magi in fondo «fecero ritorno al loro paese» e c’è da immaginare che non lo trovarono cambiato: sempre le stesse facce, i problemi ritrovati esattamente come li avevano lasciati, il solito vortice di ansie e di affanni. Ma, se il loro paese era rimasto lo stesso di prima, vi fecero ritorno «per un’altra strada». E anche il segno era cambiato: non più la stella luminosa nella volta celeste, ma il volto di un bambino da portare nel cuore.
I Magi sono i primi convertiti della storia cristiana, perché nella loro saggezza non cambiarono strada quando la stella sembrò spegnersi nel cielo, ma la cambiarono quando, avendo trovato colui che cercavano, capirono che anche la loro ricerca aveva una nuova direzione. I Magi erano cercatori dal desiderio grande, ma di fronte al Re bambino – un segno piccolo a fronte di una grande aspettativa – ebbero la netta sensazione di essere stati trovati. Il loro viaggio, dunque, non finiva lì, anzi iniziava lì, dal Dono che era stato fatto loro da Colui a cui avevano portato doni.
Anche il nostro viaggio di Natale non finisce con l’Epifania. Perché Natale non è una festa che passa, ma è un mistero che si schiude, un bocciolo che fiorisce, una conversione che lavora dentro la vita. Non crediamo che il Signore si possa averlo trovato una volta per tutte, per poi dormire sonni tranquilli. Egli vuole continuamente abitare i nostri desideri. Noi invece lo abbiamo ingessato nelle nostre certezze, come una bella statuina da riporre nello scatolone del presepe. No, c’è «un’altra strada» da percorrere e il promemoria segna la traccia di un itinerario.
LA TRACCIA DI UN ITINERARIO. Sull’itinerario dei Magi don Agostino scrive: “I Magi sono i primi convertiti della storia cristiana, perché nella loro saggezza non cambiarono strada quando la stella sembrò spegnersi nel cielo, ma la cambiarono quando, avendo trovato colui che cercavano, capirono che anche la loro ricerca aveva una nuova direzione.” Noi invece a volte pensiamo che il Natale sia passato e che tutto ritorni come prima; potremmo quindi facilmente tornare i pigri conservatori del tran tran quotidiano. No. Don Agostino nel suo libro -Tredici giorni; da Natale all’Epifania- così consiglia: “Io vi invito a fare altrettanto nei prossimi giorni. Se hai un desiderio grande nel cuore, inseguilo. Non avere paura di sbagliare. Non temere il buio. Cerca, e anche tu, te l’assicuro, sarai trovato.” Con Natale ed Epifania (nella quale il Natale permane) possiamo davvero sentire nel nostro cuore di essere stati trovati…