NATALE DEL SIGNORE

Lo so. Ci piace di più la pagina del vangelo di Luca che ci parla di Betlemme, con la mangiatoia, gli angeli e i pastori. Questa pagina del vangelo di Giovanni ci inquieta e pare adatta ad un aula universitaria più che ad una chiesa. Ma sbagliamo.
Infatti queste parole non sono nate a tavolino come elucubrazione dotta, ma sono il distillato dell’esperienza che Giovanni ha fatto con Gesù a partire da quel giorno in cui lo incontrò per la prima volta («erano circa le quattro del pomeriggio»): è ciò che ha capito di lui a partire dalla vita passata con lui, e che ha cercato di riassumere in una pagina introduttiva – il prologo – del suo vangelo. Non una pensata filosofica ma una sintesi esistenziale, per aiutare anche noi a capire chi è Gesù.
Giovanni lo chiama Verbo per dire che Gesù è la persona che dà movimento all’azione con cui Dio vuole venirci incontro. Dice che in un preciso momento della storia «si fece carne», cioè assunse una individualità umana con cui fu possibile confrontarsi da uomo a uomo. Ma ci aveva avvertito da subito che il Verbo che si fece carne era in principio, era presso Dio, era Dio. Si fece uomo ma Lui c’era già e la sua presenza continua in terra e in cielo. È un mistero grande questo, una verità profonda.
Oggi è Natale perché l’evento della incarnazione continua nella carne delle persone che ci stanno più vicino, e in modo particolare nelle persone che soffrono e che hanno bisogno di aiuto. Natale non è una festa che ci costringe a cercare Gesù nel passato: Natale è oggi perché Egli è qui in mezzo a noi. Bellissime sono alcune parole del prologo che ci spiegano chi è Gesù, il Verbo fatto carne: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta». Che cosa c’è di più concreto della vita? La vita è ciò che abbiamo in comune con Dio, perché Lui è la vita, l’origine di tutta la vita che c’è nel mondo, la vita che è la luce degli uomini. Ecco, oggi è Natale perché le tenebre non sono riuscite a spegnere la luce. Il male nelle sue infinite forme non riesce a spegnere la luce, non riesce ad annullare la vita.
Scrive con chiarezza Don Agostino: “Si fece uomo ma Lui c’era già e la sua presenza continua in terra e in cielo. È un mistero grande questo, una verità profonda.” L’incarnazione è proprio il momento centrale della storia, al quale tendono sia il principio che il compimento; il Natale cristiano annuncia perciò il grande mistero dell’incarnazione. Questo ho cercato di capire leggendo l’ultimo libro di don Agostino: LA CORSA DEL SOLE.