Colpo di testa 182 / Le parole stonate del rapper spacciatore

Corriere di Como, 3 novembre 2020

È un rapper che va per la maggiore. Non facciamo il nome, perché nel clima schizofrenico in cui viviamo si rischia di fargli addirittura pubblicità. Basti sapere che non è un giovincello, ha 55 anni, un’età cioè in cui un briciolo di saggezza si dovrebbe averla recuperata dalla vita. Anche perché si rischia, per il mestiere che fai, di assurgere a modello per una schiera di giovanissimi patiti per questo genere di musica e che non sanno sempre distinguere tra le canzoni e i messaggi che vengono veicolati. Ebbene, è accaduto che il rapper romano sia stato arrestato perché in casa sua, negli armadi e nelle scatole delle scarpe, sono stati trovati 6 chili di droga, che erano pronti ad inondare la capitale per un guadagno ipotizzato in centomila euro.

Perché mai il musicista idolo dei ragazzini si è improvvisato pusher per diffondere hashish e marijuana al posto delle note? Sembra che al momento dell’arresto egli abbia dato questa giustificazione ai finanzieri del Comando provinciale: «Per colpa del Covid non lavoro da mesi. Non posso fare concerti, dovevo pur guadagnare in qualche modo». Parole che lasciano allibiti.

Il rapper romano non è certamente il solo che il Covid ha impoverito di un lavoro e di una fonte di reddito, anzi da questo punto di vista è in numerosa e variegata compagnia. Tutti hanno accusato il colpo e a tutt’oggi sono preoccupati per l’incertezza del futuro prossimo, le cui ombre si stagliano a peggiorare nuovamente una situazione che in qualche modo durante i mesi estivi si era un poco riaggiustata. Che si fa? Si raschia il fondo del barile dei risparmi, ci si inventa qualche via ingegnosa per continuare a lavorare, ci si affida agli ammortizzatori sociali o si spera nei ristori promessi dal Governo. Qualcuno è anche sceso in piazza a protestare, legittimamente, anche se le manifestazioni hanno offerto il fianco alle bande dei facinorosi che hanno creato disordini nelle nostre città, distruggendo le vetrine proprio di quei commercianti già puniti dalle chiusure anti-contagio.

Se anche solo la metà di quanti non lavorano da mesi prendessero la via dell’illegalità, spacciando droga, con la scusa che in qualche modo si deve pur guadagnare di che vivere, il danno alla salute e all’economia (lasciando tra parentesi la ferita all’etica sociale) sarebbe enorme e ben più grande di quello prodotto dal Covid. Per fortuna, non è così e la scelta del rapper romano è più unica che rara, in un Paese come l’Italia in cui la libertà è ancora coniugata nel solco della responsabilità.

Il processo per direttissima nei confronti del musicista spacciatore è già stato celebrato con la condanna a due anni per spaccio, e pena sospesa, con obbligo di firma quotidiano e una multa di ventimila euro. Pensava di guadagnarne centomila, si è trovato con un debito suppletivo che, per uno che non lavora, è particolarmente gravoso. Ma se per il rapper non si sono aperte le porte del carcere, censura a vita meritano le sue parole d giustificazione. Usare il Covid come pretesto per spacciare droga significa farsene alleato in un oscuro progetto di morte. Per fortuna, il Covid continua ad essere l’occasione per il generarsi di storie che hanno un altro spessore: condivisione, servizio, senso civico, dedizione e anche pazienza. Tutta un’altra musica!

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One thought on “Colpo di testa 182 / Le parole stonate del rapper spacciatore

  1. Quella del Coronavirus è una gravissima pandemia che genera morti, postumi seri a chi riesce a uscire dal tunnel, solitudine, disoccupazione, miseria… Nella società civile e nelle associazioni cattoliche la pandemia è diventata un’occasione per generare storie di spessore morale che l’autore del blog elenca in “condivisione, servizio, senso civico, dedizione e anche pazienza”. Mi pare significativo sottolineare l’ultima storia: la pazienza. Noi anziani, che ricordiamo la guerra da piccoli e che per il momento abbiamo ancora la pensione (il governatore della Liguria Toti ci ha definito improduttivi. ma poi si è scusato), possiamo esercitare la pazienza per aiutare moralmente moglie, figli, nipoti, ex-colleghi, amici, che sono in ansia e poi, non da ultima, per sopravvivere…

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