COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
La volontà del Padre affidata a Gesù è che egli non perda nulla di quanto gli ha dato. E noi sappiamo che il Padre ha dato tutto a suo Figlio. Nel giorno in cui commemoriamo i nostri cari defunti l’avere questa certezza è importante: nessuno di loro è perduto perché ciascuno è stato dato dal Padre a Gesù, che li risusciterà nell’ultimo giorno. Quando accadrà questo? Quando è questo ultimo giorno? Siamo abituati a pensare alla fine del mondo come al momento risolutivo della storia e pensiamo questo momento come uno spartiacque tra due vite distinte: finisce la vita terrena e inizia la vita eterna. I nostri cari, da poco o da tanto tempo, sono usciti dal tempo e dallo spazio e ciò che resta di loro al cimitero è solo un segno. Essi – in un modo misterioso che a noi sfugge – sono già in quell’ultimo giorno, e, se potessero parlarci, ci direbbero che non dobbiamo considerare la morte come un muro tra due vite, ma come una porta nell’unica vita.
La vita è una sola, e viene dalla Vita stessa di Dio e a Lui ritorna. La morte certo crea una frattura nell’amore, ci lascia il dolore dei ricordi, la ferita dell’assenza, lo scacco della nostra impotenza. Eppure, san Francesco osava chiamarla «sorella» perché leggeva la vita come un solo filo tirato dalla creazione del mondo e affidato alla cura di Gesù Cristo. Un unico filo, mai spezzato, neanche dalla morte. Questa è la nostra fede. Una fede che non elimina la paura della morte e non toglie il distacco che essa pone tra coloro che si amano. Ma che dà un senso, una direzione nuova alla vita, che è l’unica vita, la vita terrena che confluisce, grazie a Gesù Cristo, nel grande flusso dell’Amore del Padre.
Questa giornata dei Defunti forse apre tante ferite, alimenta tanti ricordi, ma nella liturgia della Chiesa c’è come un’occasione di legare strettamente le vicende di quaggiù al paradiso, dove i nostri cari già godono della pienezza, che quaggiù può essere solo desiderata. Celebriamo l’Eucaristia oggi per ricordarci che proprio qui entriamo di già nel mistero dell’Amore e, facendo la comunione, ci prepariamo al viaggio della vita.
Non mi convince il termine “morti”, preferisco il termine “defunti”, ovvero le persone che hanno terminato un ruolo e ne esercitano un altro. Più che a vita e morte preferisco pensare a un “prima e un poi,,,”, a una porta. Come ben scrive l’autore del blog “La vita è una sola, e viene dalla Vita stessa di Dio e a Lui ritorna”