Incontro allo sposo

TRENTADUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

La parabola delle dieci vergini è tutta costruita su due particolari decisivi per la vicenda. Il primo è il ritardo dello sposo, che provoca un generale assopimento (anche le vergini sagge dormono!). Il secondo particolare è l’olio per le lampade, che le vergini sagge presero in piccoli vasi, mentre le vergini stolte si limitarono a prendere le lampade. Nel momento dell’arrivo dello sposo (che ritarda, ma certamente arriva), alle cinque vergini stolte manca l’olio per accendere le lampade e solo a questo punto del racconto si rivela dove sta la saggezza delle altre cinque vergini.

Naturalmente la parabola intende parlare della vita come attesa. È significativa l’espressione con cui la si descrive: «uscirono incontro allo sposo». La vita è un continuo uscire da una situazione all’altra, è un accadimento che solo in parte dipende da noi. Ciò che le dà dignità è l’incontro a cui la vita tende. Bisogna proprio dirlo: senza un Qualcuno verso il quale uscire incontro, la vita è senza senso. E il Qualcuno che le vergini attendono è lo sposo: la parola evoca già la materia fondamentale, che è l’olio, che è l’amore. La vita è un cadere da una situazione all’altra, e ciò che le garantisce la luce è solo l’olio dell’amore. La luce delle lampade è importante, ma è stoltezza non avere con sé ciò che dà luce, non aver preparato l’olio, non averlo desiderato, non averlo messo in piccoli vasi.

È bellissimo questo particolare circa il recipiente per l’olio. È l’immagine di una vita che va assaporata nell’unico tempo che ci è dato, il presente: ogni istante di vita è un vasetto, che sta a noi lasciare vuoto o riempire di amore. Il futuro – l’incontro con lo sposo – è certo, ma non ne conosciamo né il giorno né l’ora, eppure in un certo senso il futuro è nelle nostre mani, è nelle mani del nostro presente, è questione di piccoli vasi in cui mettere il nostro amore. Non l’amore promesso per domani, ma l’amore vissuto oggi, nell’attimo presente. «Cogli l’attimo!» viene spesso letto come un invito irresponsabile. No, è un precetto cristiano, che però funziona solo se la vita è un uscire ogni attimo, con l’amore, incontro a Qualcuno.

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4 thoughts on “Incontro allo sposo

  1. Dieci anni fa sono stato sul ponteggio del restauro dell’affresco delle vergini sagge e delle vergini stolte del Parmigianino alla Madonna della Steccata a Parma. Il pittore manierista semplifica, per ragioni compositive, i due gruppi con solo tre vergini che tengono due lampade spente e tre vergini che tengono due lampade ancora accese e illuminanti. Le giovani sono belle e molto simili, ma la differenza che colpisce è che le tre stolte, arrivato lo sposo, sono rimaste al buio mentre le tre sagge sono avvolte da una luce splendente, una luce d’amore. L’affresco coglie quel che le giovani hanno aspettato: lo sposo, che va atteso con la materia fondamentale, che è l’olio, l’amore. L’autore del blog scrive “La vita è un cadere da una situazione all’altra, e ciò che le garantisce la luce è solo l’olio dell’amore. La luce delle lampade è importante, ma è stoltezza non avere con sé ciò che dà luce, non aver preparato l’olio, non averlo desiderato, non averlo messo in piccoli vasi.”. Il Parmigianino ha colto la sostanza della parabola e protagonista dell’affresco è proprio la luce!

  2. Il canto del momento presente; l’unico che ci appartiene veramente, in cui siamo sicuri di poter agire; i nostri ieri ormai passati ( ma no, passati nel tempo eterno di Dio), i futuri misteriosi e incerti. Sotto le vecchie meridiane erano spesso riportate sentenze in questo senso: “Precipitano le ore” , oppure (in latino) “Questa è l’ora del ben fare”. Proprio ora, vivendo un tempo sospeso, in attesa che la situazione muti in meglio, capiamo l’importanza di vivere pienamente anche questi giorni. Non possiamo “far passare il tempo” dobbiamo viverlo utilmente e serenamente. Importa non solo la meta ma anche il percorso, non solo la fine ma anche i passi che possono davvero riservarci inaspettate ricchezze. Mi è sempre piaciuto, nell’incontro di Gesù risorto con i discepoli in riva ala lago, constatare che Giovanni – che pure riconosce per primo il maestro-, continua tranquillo a governare la barca mentre Pietro, impetuoso si tuffa in acqua; Giovanni è certo di trovare Gesù, l’amato sulla spiaggia, e sa che il momento presente gli chiede di fare fedelmente il pescatore/barcaiolo. E mi piace immaginare la dolcezza che gli scaldava il cuore mentre adagio si avvicinava alla riva. Una straordinaria lezione di pazienza, di saper attendere.

  3. Mi piace molto il collegamento che Anna ha fatto tra l’attesa delle vergini e l’attuale nostra situazione di lock down, di tempo sospeso. Nella lunga attesa di una riduzione della pandemia dobbiamo vivere “pienamente” anche questi giorni. Non possiamo “far passare il tempo”, ma possiamo tentare di vivere questo tempo serenamente, blandendo le ferite nostre e del nostro prossimo con l’olio dell’amore.

  4. La luce della lampada ci fa vedere chiaramente il volto dello sposo, il buio ce lo nasconde.
    Rendere le nostre giornate luminose, anche se l’oscurità cerca di avanzare, per incontrare la sorgente della luce e accorgerci che ne siamo il riflesso, solo se lo desideriamo

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