Tommaso e Filippo

QUINTA DOMENICA DI PASQUA – Anno A

Tommaso ci assomiglia. Vuole sapere la destinazione del viaggio prima di intraprenderlo, vuole studiare il percorso ma prima vuole sapere dove si va. Siamo così, tranne quando siamo bambini. Allora basta che il papà ci prenda per mano, la mamma ci prenda in braccio, e non ci interessa dove si va, basta essere insieme al papà, insieme alla mamma: sono essi la nostra sicurezza, sono la via, la verità e la vita. Gesù si offre a noi, chiedendoci di usare proprio questa logica dei bambini. Ci domanda di essere piccoli, e non è facile riuscirci sempre quando si è diventati grandi e sicuri di sé. Per essere piccoli bisogna essere sicuri nell’altro, non un altro qualunque certo, ma Colui che ci conosce nel profondo.

Anche Filippo ci assomiglia. Non si accontenta delle mediazioni. Gesù dice: «avete veduto il Padre». Lui vuole che gli sia mostrato. Non gli basta Gesù, vuole direttamente conferire con Dio. Non ha capito che Gesù è il volto del Padre, che Gesù mostra Dio con una perfezione dai contorni umani. Anche noi non lo abbiamo ancora capito. Guardiamo Gesù, ascoltiamo le sue parole, ma poi ci costruiamo un Dio a nostra misura, a nostra immagine, come se Gesù e Dio fossero due realtà diverse. No, «Io sono nel Padre e il Padre è in me». Anche a Filippo è chiesta una logica nuova: non deve tanto impegnarsi a dimostrare, ma deve fare la fatica quotidiana di riconoscere Gesù presente nell’uomo e deve imparare prima lui a mostrare Dio con il suo volto umano. La testimonianza è prima verticale: il Padre che è nei cieli si mostra nel Figlio venuto in terra. Poi la testimonianza è orizzontale: io vedo Dio nel Gesù nascosto nell’altro, e l’altro vede Dio nel Gesù nascosto in me.

Ecco che Tommaso e Filippo ci aiutano ad essere cristiani. Tommaso ci insegna che il cristianesimo è una religione della strada: noi camminiamo, seguendo il nostro Maestro che cammina. Filippo ci insegna che il cristianesimo è un incontro che si fa con i volti, mettendoci la faccia cioè. Ce lo insegnano, ma prima anche loro l’hanno imparato da Gesù.

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