Una storia infinita…

QUINDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Le letture di oggi ci parlano di quella realtà che siamo soliti chiamare «vocazione». La prima lettura ci presenta Amos chiamato da Dio ad essere profeta in mezzo al popolo, nonostante l’opposizione che egli incontra. La pagina evangelica ci mostra Gesù nell’atto di chiamare e inviare i Dodici in missione, anch’essa non priva di difficoltà. La seconda lettura è un inno di lode e ringraziamento a Dio per aver pensato e attuato in Cristo la salvezza dell’umanità.

Se Amos e i Dodici ci spingono a pensare che la «vocazione» sia un compito di alcuni verso la moltitudine, il brano paolino è estremamente chiaro nel correggere questa errata impostazione: in quel Gesù che rappresenta il vertice del piano della salvezza, siamo stati tutti scelti. Come a dire: i cristiani sono tutti chiamati ad essere missionari, ciascuno secondo lo stato di vita della propria personale vocazione.

L’idea fondamentale che sottostà al messaggio della Parola di Dio di oggi è chiaro: ogni cristiano è missionario in forza della chiamata ricevuta; ed è cristiano non perché lo ha scelto, ma perché è stato scelto. È Dio che chiama, è Cristo che chiama, ed invia a compiere una missione che è di Dio, che è di Cristo: Amos non è mandato a dire cose sue, ma a ripetere le parole di Dio, e il sacerdote Amasia, quindi, non può impedirglielo, in quanto Amos non si è fatto profeta da solo, ma è profeta perché Dio lo ha chiamato ad essere profeta; i Dodici non sono “battitori liberi” che portano un loro messaggio, ma sono gli inviati di Gesù che parlano e agiscono nel suo nome, sono «apostoli», cioè «mandati» e l’essenziale nella loro missione è il messaggio di Colui che li manda.

Alla luce di questa verità, comprendiamo quale sia l’identità del cristiano, di ogni cristiano: egli è anzitutto un chiamato. Non si diventa cristiani per autonoma scelta, ma per risposta ad una chiamata che Dio non fa mancare a nessuno, anche se essa arriva in modalità diverse. La chiamata di Dio ha una storia che precede ogni vocazione. Una storia che è importante conoscere. Ci viene in aiuto proprio la seconda lettura odierna.

All’inizio sta una scelta operata prima della creazione del mondo: «In Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo». L’amore di Dio precede il mondo, non vi sarebbe nulla senza l’amore di Dio. Dobbiamo riprendere a considerare il creato e le creature alla luce di questa verità: tutto nasce da una scelta d’amore di Dio. Questa totale gratuità trova in Cristo la sua benedizione: per opera sua siamo figli adottivi, mediante il suo sangue siamo redenti, grazie a lui siamo stati fatti eredi e abbiamo potuto conoscere il piano della salvezza ed entrare a farne parte. Il cristiano, dunque, non è semplicemente un uomo religioso, un uomo che attraverso la sua fede in Dio cerca di diventare più buono: il cristiano è il discepolo di Cristo, il credente nel Dio di Gesù Cristo, è uno che vive e muore in Cristo. Dobbiamo recuperare questa appartenenza tipicamente cristiana, che non può essere ridotta ad una semplice vernice religiosa, ma che costituisce un mutamento essenziale nella vita dell’uomo.

Già, ma la domanda che ci siamo posti è rimasta ancora lì: la scelta di Dio che sta al principio e la benedizione in Cristo nella pienezza dei tempi come entrano a far parte della storia particolarissima di ogni chiamata? Come concretamente raggiungono l’uomo? La risposta potrebbe essere questa: attraverso il ripetersi umano di questa stessa dinamica di amore e benedizione. Ogni uomo che viene nel mondo abbisogna di un amore che lo precede e lo accompagna e che gli trasmette l’amore primordiale di Dio. Ogni umana vocazione ha alle spalle altre umane vocazioni che si sono realizzate. È una catena che Dio ha messo in moto prima della creazione del mondo e che non si fermerà più, confluendo in quella eternità di Dio da cui è scaturita!

C’è urgente bisogno di cristiani veri nel nostro mondo, cristiani coraggiosi, autentici, pronti ad una testimonianza semplice e allo stesso tempo radicale. Essere missionario è proprio questo, senza bisogno di andare chissà dove…

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